Acrobazie, salti mortali e la moto come terapia per i ragazzi disabili

Giornata speciale con l’iniziativa del team Daboot nel segno dell’integrazione: i piloti in piazza hanno dato spettacolo e fatto salire in sella i meno fortunati

BELLUNO

Hanno saltato dalla rampa e portato i ragazzi disabili in moto. La mototerapia è sbarcata ieri a Belluno con un grande spettacolo portato dai piloti del team Daboot di Alvaro Dal Farra per il pubblico, le scuole (tanti i bambini presenti) e soprattutto per le persone diversamente abili. Con tanto cuore e coraggio, in rampa di lancio ci sono l’integrazione e la condivisione di emozioni.



Se le moto (e anche una motoslitta) sono schizzate in cielo tra salti e acrobazie aeree, i ragazzi disabili hanno toccato il cielo con un dito. Erano in 300 ieri in piazza dei Martiri, che prima hanno assistito alle evoluzioni aeree dei piloti e poi sono saliti in sella insieme a loro per fare un giro in motocicletta, sulla motoslitta, su quod e buggy. «Per me la mototerapia è vita, adrenalina pura. Grazie a tutti», dice Rachele. «Mi sono divertito tanto», le fa eco Silvio, riassumendo lo spirito dell’iniziativa che ha regalato una mattinata speciale.

Oltre all’attività clou di mototerapia, il centro si è trasformato in un parco giochi con l’allestimento degli spazi per praticare altri sport, con la rete per il tennis in carrozzina, il canestro da basket, la ginnastica artistica. Ma c’erano anche le supercar, tra Lotus, Porsche e macchine sportive che hanno portato i ragazzi in giro per Belluno. In più, la Kawasaki ha esposto e dato la possibilità di provare le moto stradali.

Il repertorio del free style non ha fatto mancare niente al pubblico, con impennate, sgasate e l’immancabile burnout, facendo scivolare la ruota posteriore in cerchio con conseguente fumata bianca. Questo solo per scaldare la folla in attesa dei salti dal trampolino delle moto e anche della motoslitta, senza neve ma con le ruote e i cingoli, capace di fare il giro della morte come le moto. Una dopo l’altra i piloti sono saltati dal trampolino montato in piazza dei Martiri, tenendo col fiato sospeso il pubblico ogni volta che spiccavano il volo per un numero acrobatico dietro l’altro.

«È nato tutto per passione ed è diventata una professione», racconta il pilota cadorino della motoslitta volante Jason Cesco. «Ho iniziato a Laggio sulla neve, poi mi sono costruito la rampa, provando e riprovando. Quando ti lanci, non si può avere un attimo di esitazione. C’è sempre un po’ di paura, che serve per avere un freno e questo deve esserci, altrimenti non hai più un freno. Per prepararmi mi alleno in palestra e in piscina, oltre ad andare in motoslitta una volta a settimana, poi tutti i fine settimana solitamente ho gli show», spiega. «Sono nato come idraulico, che è la professione di mio papà, ma la mia passione sono i motori e insieme a lui ci siamo messi nell’officina di casa a fare tutte le modifiche alla motoslitta. La prima l’ho avuta a 14 anni», racconta il pilota cadorino.

Quanto alla mototerapia, «è una cosa fantastica e si è visto dalla reazione dei ragazzi, che sono stati contentissimi. È una bella esperienza», sottolinea Jason Cesco. «Il problema è che non posso fare troppi giri perché altrimenti si alza la temperatura e il rischio è che si rompa il motore». —


 

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