Addestramento cani: negato l’ampliamento dell’area dei cacciatori
/ SOVRAMONTE
Una zona per l’allenamento e l’addestramento dei cani segugi per scovare le lepri, è quella che la Riserva alpina di caccia di Sovramonte ha riattivato, e che voleva fosse ampliata in direzione nord rispetto al sito attuale che impegna la piana di Sorriva e Col de Orsol Piazzoni. Una richiesta che, come comunicano gli esponenti della Riserva dalle colonne del bollettino “Il Sovramontino”, non sarebbe stata accolta in quanto la zona è protetta e vincolata come Zps, cioè come zone di protezione speciale poste lungo le rotte di migrazione dell’avifauna.
Ed è proprio per superare vincoli e limitazioni dell’area “versante sud delle Dolomiti feltrine”, “che di fatto pongono delle restrizioni anche alle più comuni attività edilizie”, che il sodalizio dei cacciatori ha spronato l’amministrazione comunale proponendo la propria collaborazione. “Già il fatto di riattivare il centro per l’allenamento e l’addestramento dei cani, fiore all’occhiello della nostra Riserva, non è stata impresa da poco” , sempre per il fatto di essere al’interno di Zps. “Fortunatamente grazie alla caparbietà positiva del direttivo”, si evidenzia dal consiglio, “sono stati trovati i documenti che autorizzavano l’area ancora nel 2007 per effetto di una convenzione fra l’allora dirigente provinciale e il presidente della Riserva. Ma l’ampliamento non ci è stato concesso”.
Come si evidenzia nella comunicazione dei cacciatori, la Zaac di Sorriva è un fiore all’occhiello della Riserva, “apprezzata da tutti i fruitori per la buona presenza di lepri. Desideriamo ringraziare tutti i privati che con la cura del territorio rendono possibile la presenza della lepre e esortiamo comunque i segugisti al rispetto del loro operato quando liberano i cani”
La Zaac è accessibile anche per gli appassionati di cani da ferma. A questo proposito, evidenziano i soci del sodalizio sovramontino, si è provveduto con la consulenza del consigliere del direttivo Fiorenzo Zen, a un ripopolamento faunistico con le starne. L’operato dei cacciatori della Riserva, si ribadisce dal direttivo, non si ferma all’aspetto venatorio. Ci sarebbe tutta un’attività propedeutica che consiste nel riprisino ambientale.
“Quest’anno i cacciatori hanno provveduto al recupero dei prati, che ormai si erano ridotti a ex prati, della zona La Parochia. Ottenute le autorizzazioni dei proprietari, un discreto numero di soci e simpatizzanti hanno portato all’Aantico splendore” i terreni nei pressi della baita Da Gusto. Poi sono stati trinciati altri prati, altrimenti destinati all’incuria e all’abbandono, alcuni dei quali su indicazione dell’amministrazione comunale”. La normativa forestale impone severe procedure per il recupero a prato di aree ormai boscate. “Per boscate”, si conclude dai cacciatori, “si intendono anche zone invase da cespugli e giovani alberi, le cosiddette formazioni pioniere, rendendo di fatto impraticabile la frequentazione di aree proposte dalla Riserva”. —
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