Addio a “Bortolìn” l’ultimo dei dieci ragazzi spericolati, papà degli Scoiattoli
CORTINA. Non ha fatto in tempo a raggiungere il giorno in cui sarebbero andati in scena i festeggiamenti per gli ottant’anni di fondazione dello storico gruppo di arrampicatori Scoiattoli di Cortina.. Bortolo Pompanin “Bortolìn” se n’è andato ieri mattina, alle cinque, all’età di 96 anni; e con lui se ne va anche l’ultimo dei dieci ragazzi che, in quell’ormai lontano primo luglio del 1939, fondarono la “Società rocciatori e sciatori gli Scoiattoli” (questo il nome originario degli Scoiattoli di Cortina), il primo gruppo di arrampicatori non professionisti i quali, per la prima volta nella storia, decisero di scalare le montagne di casa senza l’aiuto di una guida alpina.
Il secondo più giovane
Bortolìn – così lo chiamavano tutti, come diminutivo del suo nome – aveva all’epoca appena 16 anni, ed era il più giovane del gruppo (gli altri avevano comunque tutti meno di vent’anni) dopo Luigi Ghedina “Bibi”, il quale di anni ne aveva 15, che è deceduto qualche anno fa. Gli altri soci fondatori furono Albino Alverà “Boni”, Silvio Alverà “Boricio”, Romano Apollonio “Nano”, Angelo Bernardi “Alo”, Ettore Costantini “Vecio”, Siro Dandrea “Cajuto”, Giuseppe Ghedina “Tomasc”, Mario Zardini “Zesta.
Dieci ragazzi a quel tempo ritenuti spericolati ma che, appunto dal 1° luglio del 1939, cambiarono la storia dell’alpinismo italiano: senza tralasciare le indimenticabili imprese compiute sulle grandi pareti dalle guide ampezzane nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, è infatti con l’inizio dell’alpinismo senza guida che sulle Dolomiti si apre una nuova pagina di avventure e conquiste, alla ricerca di impegno alpinistico e difficoltà sempre maggiori.
Grazie a questi dieci ragazzi, il maglione rosso con lo scoiattolo bianco ricamato sul braccio sinistro giungerà su ogni vetta dolomitica, spaziando in seguito sulle Alpi centrali e occidentali e sulle montagne del mondo, raccogliendo un curriculum diventato leggendario nel mondo dell’alpinismo.
IL più allegro di tutti
Pompanin era conosciuto soprattutto per la sua simpatia e la sua allegria, il suo saper intrattenere gli amici dopo un’arrampicata o un’escursione o semplicemente durante un ritrovo con gli amici Scoiattoli; sempre con la sua immancabile chitarra e la sua voce che intonava canzoni di montagna, ma non solo. Ancora di recente lo si vedeva scendere in centro a Cortina da Crignes, dove abitava, a piedi, solo da poco accompagnato da qualcuno.
Il ricordo di gaspari
Alberto Gaspari, oggi presidente degli Scoiattoli, lo ricorda commosso in questa giornata di lutto . «Avevo sentito al telefono Bortolìn a fine novembre per invitarlo alla nostra tradizionale cena sociale. Mi rispose però che non se la sentiva, anche se gli dispiaceva tanto. « È roba per voi giovani», aggiunse. Sinceramente, appena appresa la brutta notizia, considerando che Bortolìn era l’ultimo socio fondatore del gruppo, mi sono rattristato. Poi, ripensando a quello che mi raccontava dei bei tempi e di quanto si era divertito con gli amici Scoiattoli, condividendo tante belle giornate in montagna e qualche bella serata in allegria con l’immancabile chitarra, ho subito pensato che Bortolìn sapeva molto bene quello che voleva dire far parte del gruppo . L’importante aspetto sportivo, deve essere sempre accompagnato dall’amicizia, dalla lealtà e dal sano divertimento. Questo è lo spirito degli Scoiattoli. Grazie Bortolìn per avercelo insegnato, ora tocca a noi trasmetterlo alle nuove generazioni». —
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