Addio a Giovanni De Zordi: guidò per 37 anni il Cappello di Mel

Lo storico ristoratore, che rese celebre il locale assieme alla moglie Liliana, si è spento a 94 anni

Giovanni De Zordi, storico proprietario del Cappello di Mel, si è spento a 94 anni
Giovanni De Zordi, storico proprietario del Cappello di Mel, si è spento a 94 anni

Un pezzo di storia della ristorazione in Valbelluna se ne va: a 94 anni si è spento Giovanni De Zordi che assieme alla moglie Liliana ha gestito per 37 anni il ristorante albergo Al Cappello a Mel, fino alla decisione di lasciare nel 2007 per ritirarsi nella sua casa di Feltre.

 

Una gestione che ha lasciato il segno, quella di Giovanni De Zordi, che aveva acquistato il locale alla fine del 1969 e l’aveva riaperto dopo un restauro il primo febbraio del 1970, con una grande festa in paese.

 

De Zordi all’epoca lavorava per la Birreria Pedavena, come ispettore generale della Bovis. In quattro e quattr’otto aveva deciso di acquistare lo storico locale di Mel con lla moglie Massimiliana (Liliana), forte anche della tradizione familiare dei De Zordi: gli avi fino agli anni Quaranta hanno gestito la locanda Alla Corona al passo Croce d’Aune.  Il locale di Mel era stato messa in vendita dalla famiglia Cappello, il generale Lorenzo e due cugine, tutti eredi di quel capostipite Lorenzo Cappello nato alla fine del 1600 e che nel 1730 aveva aperto la locanda a Mel, mentre altri avi avevano aperto l’albergo Cappello di Belluno.

 

L’edificio di Mel era stato in precedenza di proprietà della famiglia Fulcis, legata all’Ordine di Malta, ed ha attraversato tutti gli ultimi secoli di storia bellunese. Lì nel cuore di Mel hanno dormito il generale napoleonico de Beaurneu nel 1796, Pier Fortunato Calvi in fuga nel 1848 dopo la sconfitta della rivoluzione in Cadore, Radetsky presente nel Bellunese per grandi manovre militari nel 1840. La stanza di Radetsky è rimasta com’era a quel tempo, con i mobili dell’epoca. Il Cappello di Mel ospitò anche Vittorio Emanuele III il 3 novembre 1918, e   fu proprio nella locanda di Mel che al re d’Italia, diretto a Feltre, fu data la notizia che l’Austria aveva firmato l’armistizio. Arrivò un portaordini in motocicletta e si precipitò nella locanda dove Vittorio Emanuele stava bevendo un caffè: «Maestà», disse, «abbiamo appreso in questo momento che l’Austria ha chiesto l’armistizio».

L'ingresso del Cappello nel centro storico di Mel
L'ingresso del Cappello nel centro storico di Mel

Il 31 dicembre del 2006 De Zordi e la moglie avevano deciso di passare la mano dopo 37 anni. L’allora Comune di Mel aveva voluto onorarli con la consegna di un riconoscimento ma la coppia di ristoratori aveva raccolto anche altri rinconoscimenti: nel 1980 l’Ala d’oro del successo a Milano e, negli stessi anni, il Fogher d’oro. «Siamo stati i primi in provincia a proporre piatti particolari, che riscoprissero e rivalutassero le antiche tradizioni di montagna», aveva sottolineato in quell’occasione Giovanni De Zordi. «Ma non mi riferisco alle tipicità consuete che ormai si trovano in un qualunque ristorante della zona, seppure allo stesso modo pregiate, bensì a ricette antiche e dimenticate. Abbiamo studiato e sperimentato, fino a creare una nostra linea precisa per la quale ci siamo sempre distinti e siamo riusciti a farci conoscere. È proprio uscendo dal coro che abbiamo raggiunto questi risultati. Ma si è trattato di una strada lunga: la voce si è sparsa pian piano, i clienti venivano da noi spinti dalla curiosità, dalla volontà di cambiare. Evidentemente sono rimasti soddisfatti, perché hanno continuato a tornare e a far girare la voce, così che il nostro nome è arrivato a farsi conoscere anche fuori provincia».

 

Una carriera nella ristorazione importate e ricca di soddisfazioni, dunque, che ha permesso a Giovanni De Zordi di lasciare un segno importante in Valbelluna e non solo.

 

L’ultimo saluto al ristoratore, che lascia la moglie Liliana e il figlio Alberto, verrà celebrato sabato alle 10,30 a Feltre nella chiesa parrocchiale del Boscariz.

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