Addio a Michela Sonego, una bellunese a servizio del mondo
Puos d’Alpago e Belluno piangono la dottoressa. Fatale una caduta a Madrid, dove viveva: si attende la salma
PUOS D’ALPAGO. Una vita spesa per aiutare il prossimo in Europa e in Sud America, una carriera nella medicina creata con impegno sia nella ricerca che in prima linea.
È un grande vuoto quello lasciato da Michela Sonego, 54 anni, originaria di Puos d’Alpago e da tempo residente in Spagna: è morta sabato sera a Madrid dopo aver battuto la testa in seguito ad una caduta. Come aveva chiesto lei stessa, Michela dovrebbe tornare a riposare a Puos, dove la salma è attesa per la celebrazione del funerale.
La notizia della morte di Michela Sonego arriva come un fulmine a ciel sereno a Belluno, dove il medico aveva ancora tanti amici, e a Puos d’Alpago, dove vivono i parenti. «Siamo rimasti tutti sorpresi» spiega Luciano Sonego, cugino di Michela, «l’abbiamo saputo sabato sera. Da quello che abbiamo appreso Michela stava camminando per strada, a Madrid, quando è caduta e ha sbattuto la testa. Da quello che ci hanno detto è stata subito soccorsa e i medici hanno ritenuto necessario intervenire ma durante l’operazione ha avuto un arresto cardiaco».
Michela viveva a Madrid con il marito, di origine friulana, e la figlia adolescente. Dopo aver mosso i primi passi in Pediatria all’ospedale San Martino di Belluno, aveva girato il mondo per approdare nella capitale spagnola, all’Istituto de Salud Carlo III, per occuparsi di epidemiologia. Oltre ai numerosi i contributi scientifici che hanno arricchito il suo curriculum vitae, la dottoressa Sonego ha collezionato una lunga serie di esperienze all’estero, sul campo. Nel 1999 parte per la foresta amazzonica, dove lavora a stretto contatto con la comunità di Indios Yanomami. Un’esperienza che si trasformerà in un libro, “Maloca, Maloca”, e che racconterà ai suoi concittadini e agli studenti bellunesi. In quegli anni entra a far parte di Medici senza Frontiere, in un crescendo di esperienze con lo sguardo rivolto a chi ha bisogno di cure e aiuto.
«Aveva una missione interiore da compiere» ricorda il cugino Luciano, «ha lasciato ogni comodità acquisita ed è partita mettendo se stessa in secondo piano. Aveva tanto coraggio e spirito di sacrificio».
Un’attenzione al servizio maturata già durante l’adolescenza, negli anni dello scoutismo. Marco Perale, oggi assessore alla Cultura di Belluno, la accompagnò per alcuni anni di cammino come capo scout. «Ho avuto il privilegio di conoscere una grande persona» ricorda Perale, «era grintosa e dinamica. L’ho vista l’ultima volta poche settimane fa, durante un concerto al Fulcis». In molti, tra i suoi amici bellunesi, la ricordano con affetto e stima.
Le esequie - che probabilmente verranno celebrate in forma laica - si dovrebbero celebrare a Puos d’Alpago ma non è ancora stata stabilita una data: bisogna prima aspettare che venga autorizzato il trasporto della salma. Una volta ottenuto il via libera Michela potrà ritornare nella sua terra, dalla quale è partita per abbracciare il mondo.
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