Addio a sessant’anni di storia. A Pedavena chiude la macelleria Turrin

Sabato ultimo giorno di lavoro per padre e figlio, terza generazione di macellai. Una clientela non solo feltrina ha dato nel corso del tempo grandi soddisfazioni ai gestori

Alice Manfroi
Alessandro e Riccardo Turrin nella loro macelleria a Pedavena
Alessandro e Riccardo Turrin nella loro macelleria a Pedavena

PEDAVENA. Sabato Alessandro Turrin abbasserà per l’ultima volta la serranda della sua macelleria in centro a Pedavena, che l’anno prossimo avrebbe festeggiato i 60 anni di attività. «Non ce la faccio più», dice, «secondo il medico è il momento di staccare la spina, ed io mi accorgo che i 450 clienti settimanali che adesso con la Pasqua, le festività e l’estate diventeranno quasi 600, sono difficili da gestire».

Anche per suo figlio Riccardo, insieme al quale porta avanti l’azienda ormai da anni, è complicato fare tutto da solo. «Ci dispiace veramente tanto», si rammarica Alessandro Turrin, «mio padre Giancarlo ha dato il via all’attività il primo ottobre del 1963 e sono da ormai tre generazioni che facciamo ed amiamo questo lavoro. Purtroppo, però, anche i costi sono aumentati e risulta difficile trovare qualcuno che lavori con noi, che ci aiuti a portare avanti l’azienda e che sia disposto a fare i nostri stessi sacrifici».

Una foto che racconta gli anni in cui c’era il fondatore Giancarlo Turrin
Una foto che racconta gli anni in cui c’era il fondatore Giancarlo Turrin

«I nostri clienti», continua Alessandro Turrin, «non sono solo pedavenesi, ma arrivano da tutto il Feltrino e dintorni ed alcuni anche da fuori regione. Sono clienti fidati che si basano su di noi e sono sicuri della qualità che trovano nelle nostre materie prime. Per gestire una macelleria che ha un grande afflusso di gente, mantenendo sempre un certo standard qualitativo, bisognerebbe essere in quattro e lavorare per dieci ore al giorno, per questo il dottore mi ha detto che non posso più andare avanti così».

Glielo si legge negli occhi, a padre e figlio, il dispiacere per la decisione presa. «La caratteristica principale che ci ha contraddistinti in tutti questi anni è l’aver sempre venduto solo carne locale», racconta Alessandro Turrin. «È dal 1993, quindi ancora prima che diventasse obbligatorio, che scriviamo in vetrina il nome dell’azienda agricola di provenienza della carne, perché vogliamo che la gente sappia esattamente che cosa mangia e sappia che l’animale non ha fatto giri immensi prima di arrivare nel piatto. Basta chiedere a chi possiede stalle qui intorno o aziende agricole sul territorio per confermare quanto ci teniamo a vendere solo prodotti nostrani, e la differenza si sente».

«Questo è anche ciò che ci ha permesso di essere tra i primi fornitori di prodotti certificati dal Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi», sottolinea. «Noi lavoriamo gli insaccati ed i salami, ci occupiamo delle salsicce e di tutti i prodotti tipici locali come il pastin, la sopressa o i figadet. I nostri clienti hanno sempre saputo che potevano fidarsi di noi ed è proprio questo che ci ha permesso di arrivare a cinquantanove anni di attività».

«Quelli che arrivano da più lontano ci dicono che la nostra macelleria è una tappa obbligatoria quando vengono nel Feltrino; infatti, fanno scorta di salami e pastin assicurandosi di averne a sufficienza», sorride Turrin, «ci tengono e ci conoscono, ormai sono come amici, è un dispiacere lasciare».

Ma la decisione ormai è presa: «Sabato sarà l’ultimo giorno in cui ci vedrete dietro il bancone e ci tenevamo a ringraziare di cuore coloro che ci sono stati a fianco in tutti questi anni, sia famigliari che amici, tutti i collaboratori, i fornitori e soprattutto i clienti. È stato un onore poter lavorare per e con voi, grazie mille». —

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