Addio a Toni Ruzza, titolare di uno dei più conosciuti negozi di elettronica del Bellunese

Dirigente del Cadore, si era contagiato a ottobre. Dopo il primo ricovero a Belluno, era stato trasportato a Treviso 

DOMEGGE. Antonio Ruzza non ce l’ha fatta. A soli 63 anni si è spento ieri nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Treviso, dopo alcune settimane di battaglia contro il Covid - 19.

Noto commerciante di Domegge e conosciuto dirigente calcistico del Cadore, lascia la moglie Jenny e il figlio Filippo. Una notizia che ha provocato un senso di scoramento nell’intera comunità cadorina, speranzosa sino a pochi giorni fa di vedere “Toni” tornare a casa e riprendere in mano la vita con lo stesso entusiasmo di sempre. Invece il virus ha avuto la meglio SU una persona che tanto si faceva ben volere, negli ambiti in cui lavorava o prestava volontariamente il proprio impegno.

Contagiatosi a metà ottobre, in seguito ad alcuni giorni con febbre alta era stato trasferito all'ospedale di Belluno, dove sembrava la situazione si stesse stabilizzando. Non a caso, si stava diffondendo un certo ottimismo nelle persone a lui più care. Invece nelle ultime settimane la situazione era di nuovo precipitata, tanto da consigliare il personale sanitario di trasferirlo al nosocomio di Treviso. Sino al 24 novembre, quando è giunta la comunicazione del decesso.

Nessuna patologia pregressa o altro. Solo questo maledetto virus che ha colpito Ruzza nella forma più feroce possibile. Gestiva assieme al fratello Alessandro il punto vendita “Radio Ruzza” nel centro di Domegge, lì dove lavora anche il figlio. Parliamo di uno dei punti vendita più frequentati del territorio cadorino per quanto riguarda gli elettrodomestici.

Ma un’altra grande passione di Toni era il calcio. Ricopriva infatti il ruolo di vicepresidente del Cadore calcio, principale sodalizio dell’Alta provincia che milita in Prima categoria. Una vera e propria passione quella di Ruzza per la maglia biancorossa: la foto profilo Whatsapp ritraeva l’immagine di festa dopo la salvezza a maggio 2019 a Montebelluna contro il San Gaetano, conseguente ad una vera e propria impresa sportiva.

E lui era lì, sorridente e festante assieme ai propri ragazzi. In passato invece aveva rivestito ruoli dirigenziali nel Domegge Interlozzo, nel Domegge, al Centro Cadore e poi al Cadore, nel cui organigramma sino allo scorso campionato figurava in qualità di direttore sportivo. In estate poi il presidente Attilio Del Favero l'aveva convinto ad affiancarlo. Appena saputa la notizia, sono arrivati numerosi i messaggi di cordoglio affidati ai social. E proprio il Cadore ha voluto ricordarlo, tramite un toccante post Facebook.

«Abbiamo sperato tutti fine alla fine che Toni riuscisse a vincere la battaglia contro questo terribile virus. Visto da tutti noi e dall’ambiente sportivo provinciale e regionale come una persona di grande spessore umano, ha contribuito in modo fondamentale alla crescita di questa società. Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la sua disponibilità, lealtà e capacità di riuscire a distendere gli animi nelle situazioni più tese con un sorriso. Toni, rappresentava al meglio il vero significato dello sport. Era un dirigente che non amava apparire, ma che dedicava tempo e impegno dietro le quinte per mettere la propria squadra nelle condizioni di raggiungere i risultati e presentarsi nel migliore dei modi alle partite. Alla famiglia Ruzza vanno le più sentite condoglianze e siamo sicuri che la passione e lo spirito di Toni continueranno ad aleggiare nella società insieme al ricordo del suo sorriso». —



© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi