Addio al missionario agordino fra’ Fortunato De Pellegrin
Aveva operato a Manila e in Guinea, poi era stato assegnato al santuario di Santa Maria delle Grazie
ROCCA PIETORE. Padre Fortunato De Pellegrin è morto. Era nato il 5 luglio 1931 a Colvignas di Agordo. Dopo una vita da missionario, aveva prestato servizio – molto apprezzato – al santuario Santa Maria delle Grazie di Rocca Pietore.
Una vita avventurosa, la sua. Nell’agosto del 1944, all’età di 13 anni, Fortunato è entrato nel seminario francescano di Lonigo in provincia di Vicenza. Nel 1959 l’ordinazione sacerdotale. La svolta missionaria risale all’ottobre 1961 quando con la motonave “Asia” dopo 25 giorni di mare giunge ad Hong Kong da dove, dopo qualche settimana, raggiunge in aereo Manila, capitale delle Filippine. De Pellegrin raggiunge una disagiata zona dell’estremo nord dell’isola di Luzon a oltre 500 chilometri da Manila, che l’arcivescovo di Tuguegarao aveva affidato a un manipolo di frati veneti espulsi dalla Cina di Mao.
Nel 1966 il frate agordino è eletto Superiore regolare della missione, incarico che terrà fino al 1971. Ad inizio del 1977 torna in Italia dove deve decidere se restare o trasferirsi in altra missione. Dopo contatti personali con il vescovo di Bissau, opta per la missione in Guinea dove arriva il 4 gennaio 1978. Negli anni seguenti, dopo quella di Quinhamel svolgerà attività missionaria a Blom, Cumura e Bedanda, qui coadiuvato dalle Francescane di Cristo Re. Resosi conto che le sue energie non erano più in grado di sopportare il peso della missione, decide di tornare in Italia dopo ben 27 anni di Guinea. E viene assegnato a Santa Maria delle Grazie.
La notizia della sua morte è stata comunicata da fra’ Federico Righetti, vicario della Provincia di Sant’Antonio dei Frati Minori (Nord Italia) al vescovo Renato Marangoni.
«Il suo ministero è stato ricchissimo di esperienze pastorali, prima in alcune parrocchie del Veneto e poi in terre di missione», lo ricorda monsignor Giorgio Lise, che da arcidiacono di Agordo l’ha conosciuto ed apprezzato. Il vescovo Marangoni aggiunge: «Vi è anche un Magnificat da innalzare a Dio per il volto felice e rassicurante di fra’ Fortunato, che ci ha tanto confortato». Trovandosi a Loreto, santuario della Santa Casa, il vescovo aggiunge: «Penso alla “nuova casa” di fra’ Fortunato».
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