Aedes Japonicus, è arrivata la zanzara che non teme il freddo

Dopo la Tigre e la Coreana, si teme la presenza di una new entry nella parte alta della provincia, ai confini con l’Austria e col Friuli. Al via nel 2016 il monitoraggio

BELLUNO. Arriva una nuova zanzara. Dopo la Aedes albopictus (o zanzara tigre) e la Aedes coreicus (o zanzara coreana), dalla prossima estate in provincia di Belluno, soprattutto nella parte alta, gli occhi saranno puntati sulla new entry, vale a dire la Aedes Japonicus. Simile alle precedenti e di origine asiatica (come dice il nome viene dal Giappone) anche questa specie ha le stesse abitudini delle sue “sorelle maggiori”, cioè agisce più volentieri nelle ore diurne e può trasmettere alcune malattie. La globalizzazione, quindi, non ha tralasciato la parte più “isolata” del Veneto.

Mentre la zanzara tigre è stata scoperta nel 1991 a Padova, e la coreana in provincia di Belluno nel 2011, la giapponese è stata individuata per la prima volta un mese fa in Carnia e in Austria. E vista la vicinanza della parte alta del Bellunese con entrambe queste aree, il Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) dell’Usl 1, che si occupa di questi aspetti, si sta già organizzando per avviare, con l’arrivo della primavera, i primi studi e individuare questa specie nel territorio dolomitico. «Dobbiamo capire se è presente nelle aree di confine coi territori in cui è stata già riscontrata», precisa Marco Dal Pont, del Sisp, «e monitorare i suoi comportamenti e la sua diffusione. È molto simile alle altre specie dell’Aedes, ma presenta meno problemi di adattamento al freddo rispetto alle sue simili». E questo non è certo un bene.

Di questa nuova specie di zanzara il Bellunese non aveva certo bisogno, visto che deve fare i conti già con la tigre e la coreana che quest’anno sono state oggetto di studio da parte del Servizio di igiene. Lo studio ha interessato le frazioni di Mier e Visome e alla fine è stato dimostrato, come ha evidenziato Dal Pont nella sua relazione, che «laddove l’Usl opera la disinfestazione in sinergia con i privati, che devono incaricarsi di tenere puliti giardini, davanzali e contenitori di acque piovane, la lotta alle Aedes ha maggiore efficacia».

Lo studio è stato condotto tramite ovitrappole e cattura di esemplari adulti di zanzare tigre e coreana, oltre alla ricerca attiva nei bacini idrici. «Abbiamo operato tre trattamenti nelle zone interessate», spiega il referente sanitario, «ma, mentre a Visome abbiamo coinvolto anche la popolazione che ha attuato una disinfestazione nei propri giardini, a Mier abbiamo operato da soli. Dopo la prima fase abbiamo visto che le uova raccolte a Visome erano 2.149 e a Mier 1.343, dopo il secondo trattamento a Mier le uova sono aumentate a 2.540 mentre a Visome sono diminuite fino a 297, evidenziando cioè un calo netto nella frazione dove c’è stato un lavoro sinergico pubblico e privato».

Questo significa che «il prossimo anno continueremo ancora con l’informazione e la formazione, perché solo se tutti agiranno per contrastare il diffondersi di questi insetti si potranno avere dei risultati tangibili, altrimenti non servirà a nulla. Continueremo anche con l’attività su cinque comuni nell’Agordino (Alleghe, Agordo, Rivamonte, La Valle e Cencenighe) e cinque in Cadore (Auronzo, Domegge, Calalzo, Valle e Pieve) e questo a maggior ragione servirà per scoprire se c’è anche l’Aedes Japonicus».

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