Affittati i terreni delle colonìe ma l’Usl punta ancora alla vendita

Cesiomaggiore, gli appezzamenti di Pullir, di Cart e del Casonetto affidati ad una azienda agricola Un anno fa andò a vuoto il tentativo dell’azienda sanitaria di mettere sul mercato gli immobili

CESIOMAGGIORE.

I terreni della colonìa Usl di Pullir, assieme a quelli di Cart e del Casonetto, sono stati ceduta in affitto nei giorni scorsi ad una azienda agricola feltrina, la Bellumat Germano e Gilberto.

L’ultimo tentativo di vendita delle colonìe agricole di Pullir che sembravano le più appetibili sul mercato immobiliare, risale a un anno fa. Nonostante l’Usl abbia ridotto del 10 per cento l’importo di base, le aste sono andate deserte. L’ex colonìa 9 di Pullir è stata proposta a 145 mila euro e ora ribassata del dieci per cento. Le ex colonìe 8 e 12 valgono rispettivamente 232 mila euro e 275 mila euro, meno il dieci per cento. L’azienda sanitaria non ci mette una pietra sopra, potendo contare su un potenziale immobiliare (fra palazzi, ville, terreni edificabili e rustici) di almeno quattro milioni di euro. Ma al momento affitta terreni.

Per la sola colonìa di Cart, comunque, quello dell’azienda Bellumat è un ritorno, dopo tre annate agrarie. L’azienda agricola infatti nel 2013 si era aggiudicata l’affitto prima che Dario Bond si avvalesse del diritto di prelazione. Adesso dunque, per il principio della rotazione, la società “estromessa” all’epoca ritorna in campo e offre 3.270 euro di canone annuo per coltivare il terreno dell’Usl.

Sempre che non si verifichi la situazione di due anni fa visto che l’Usl considera l’aggiudicazione di questo lotto “ancora provvisoria e subordinata all’eventuale esercizio del diritto di prelazione”. La società Bellumat non correrà alcun rischio, invece, per quanto riguarda il secondo lotto, ossia i terreni di località Casonetto a Feltre (nelle vicinanze della colonìa che ospita il gattile) e di Pullir a Cesiomaggiore, “ceduti” dalla cooperativa La Fiorita che ha gestito questo pacchetto nelle precedenti annate agricole.

Per coltivare questi terreni, provvedendo alla bonifica e al riordino fondiario, la società Bellumat ha proposto all’Usl 356 euro di affitto annuo.

Insomma, a fronte di un patrimonio immobiliare di ville, colonìe e palazzi in centro storico che restano invenduti e che potrebbero fruttare alcuni milioni di euro, e terreni come questi che l’Usl ha deciso di non vendere per non scorporare le pertinenze dagli immobili, ci si accontenta degli affitti.

Una soluzione che sembra andar bene sia agli agricoltori diretti in possesso di certificazione che possono aspirare ancora a un’integrazione economica derivante dalle misure sul riordino fondiario; sia all’Usl che nella concessione in affitto degli appezzamenti, realizza il riordino fondiario delle proprietà, la bonifica e la protezione della terra dai rischi dell’incoltura. E, considerato che i terreni sono pertinenze di colonìe (Cart, Casonetto e Pullir) alcune delle quali in vendita, il valore degli immobili non viene deprezzato.

Laura Milano

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