Affitti non riscossi per 500 mila euro: l'Ater a caccia dei morosi

Due gli alloggi lasciati dagli inquilini in situazione di totale degrado: «C’erano cumuli di rifiuti ovunque», dice il direttore
CARRAI - CASE ATER VIA GOITO 58A CARRAI - CASE ATER VIA GOITO - APPARTAMENTI OBSOLETI. Interessati dalla vendita anche gli stabili in via Goito 58, dell'Ater
CARRAI - CASE ATER VIA GOITO 58A CARRAI - CASE ATER VIA GOITO - APPARTAMENTI OBSOLETI. Interessati dalla vendita anche gli stabili in via Goito 58, dell'Ater

BELLUNO. Cinquecentomila euro. A tanto ammonta la morosità nei confronti dell’Ater di Belluno da parte degli inquilini che non pagano l’affitto degli alloggi di edilizia agevolata. «Quasi ogni anno», conferma il direttore dell’Azienda territoriale di edilizia residenziale Carlo Cavalet, «sui tre milioni incassati dalle locazioni, resta fuori questa cifra. Una cifra che riusciamo in gran parte a recuperare nel corso degli anni. Alla fine, infatti, dei 500 mila euro di credito vantato, solo 20-30 mila risultano inesigibili: in poche parole, non riusciamo a recuperare solo una minima parte di questo credito. Noi seguiamo i nostri inquilini ovunque per riprenderci quanto dovuto. Soprattutto se lasciano gli alloggi in condizioni disastrose, quando se ne vanno».

Proprio quest’anno è capitato un episodio di questo tipo: «Dopo oltre un anno di mancati versamenti dei canoni di locazione», racconta Cavalet, «abbiamo dato lo sfratto a un nostro inquilino. Quando siamo entrati nelll’appartamento ormai sfitto, abbiamo trovato un disastro, circa 10 quintali di immondizie sparsi ovunque: in ogni stanza i rifiuti accumulati erano alti un metro. Abbiamo trovato anche oggetti di valore che l’inquilino aveva lasciato, forse a parziale risarcimento del caos lasciato. Alla fine abbiamo messo tutto all’asta».

«Un’altra volta», prosegue il direttore dell’Ater, «alcuni affittuari avevano sentito un cattivo odore salire dal piano inferiore. Ci siamo presentati, ma abbiamo trovato l’appartamento vuoto: l’occupante se n’era andato senza avvertirci, lasciando all’interno così tanto materiale che abbiamo dovuto noleggiare un camion per una settimana per liberare l’alloggio. Pensate, la casa era talmente piena, che non riuscivamo ad aprire neppure la porta di ingresso».

Quelli appena elencati, però, sono casi estremi: in media, infatti, il 97% degli inquilini, quando escono, lascia gli immobili in buone condizioni e tinteggiati.

Cavalet lancia anche un allarme: «Abbiamo bisogno di personale e soprattutto che la stessa Regione paghi i debiti con noi. Avanziamo circa due milioni di euro da Venezia per interventi su immobili vecchi e per la realizzazione di nuove costruzioni. La questione è che i soldi sono stati stanziati nella delibera, e ci sono anche i mandati di pagamento al nostro ente, ma per il patto di stabilità quelle somme sono, ad oggi, congelate. E siccome non vogliamo accendere mutui per eseguire gli interventi che abbiamo in programma, andiamo avanti a rilento. Lavoriamo quando abbiamo la disponibilità economica».

Resta il problema della carenza di personale: «All’ufficio progetti c’è un solo addetto, e anche l’ufficio inquilinato è passato da 4 a 2 persone. Si capisce che, stando così la situazione, andare avanti spediti è un’utopia».

Paola Dall’Anese

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