Agenti in stato di agitazione: «Troppi pericoli a Baldenich»
BELLUNO
«La situazione è insostenibile». Non lasciano spazio a interpretazioni le parole dei sindacati del personale di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Baldenich, che ieri hanno proclamato lo stato di agitazione, con l’astensione da parte dei 90 agenti dalla mensa obbligatoria di servizio.
A destare particolare preoccupazione è la situazione in cui versa la sezione “Articolazione per la tutela della salute mentale”. «Stato di agitazione e sciopero sono stati decisi dopo quasi un anno di promosse dell’amministrazione penitenziaria in merito alla chiusura della sezione», scrivono le sigle sindacali Cisl Fns, Cgil Fp, Uspp, Sappe, Osapp, Fsa Cnpp, sottolineando che anche di recente si sono verificati ,«eventi critici che hanno messo a repentaglio l’incolumità psicofisica del personale di polizia penitenziaria e civile. In un caso non si è sfiorato il peggio solo grazie al sangue freddo e alla professionalità dei poliziotti in servizio».
«Stiamo parlando di aggressioni al personale, atti di autolesionismo, risse», precisa Robert Da Re, della segreteria territoriale Cisl Fns Belluno Treviso. «La sezione Atsm ospita sei detenuti con problemi psichiatrici. I locali a Baldenich sono fatiscenti, piccoli e inadeguati e i detenuti soffrono di gravi patologie psichiatriche che necessitano di assistenza h24, cosa che la struttura non riesce assolutamente a garantire».
Insomma, una situazione che mette a rischio sia l’incolumità dei detenuti che quella del personale di polizia penitenziaria. «È inverosimile l’atteggiamento dell’amministrazione penitenziaria che, a conoscenza dell’inadeguatezza della struttura e della gestione traballante dei “pazienti-detenuti”, rimane impassibile di fronte al disagio lavorativo dei poliziotti bellunesi», dice Da Re con i suoi colleghi Lavinia Roldo (Fsa Cnpp), Luigi Pantusa, (Sappe), Luisa Baschiera i(Cgil Fp), Giuseppe Ongaro (Osapp). «Incomprensibile anche l’atteggiamento della sanità veneta, che non si adopera per una soluzione».
Caso per cui si è mobilitato nei mesi scorsi Luca De Carlo, deputato bellunese di Fratelli d’Italia, che a giugno ha fatto visita al carcere di Belluno per rendersi conto in modo diretto della situazione dei detenuti e di quella del personale di polizia penitenziaria. Qualche settimana dopo l’incontro con Enrico Sbriglia, provveditore delle carceri del Triveneto, che aveva assicurato a De Carlo che la sezione Atsm di Baldenich sarebbe stata chiusa nel giro di un paio di mesi e i detenuti trasferiti a Padova. «Sbriglia, lo scorso 23 agosto, mi ha confermato di aver posto in atto ogni necessaria azione amministrativa e che la decisione finale è intestata agli uffici centrali del Dap», fa presente De Carlo. «Ho comunque manifestato le mie perplessità sulle lungaggini e ho chiesto di avere un incontro con Francesco Basentini, capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Confermo il mio pieno appoggio agli agenti del carcere di Belluno e con FdI sono disponibile a sostenere le loro proteste. Il problema non è solo quello dell’Atsm, ma anche la carenza di organico: mancano una trentina di unità e servono nuove assunzioni». —
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