Agenzie turistiche fallite: si cambia

Stop al fondo di garanzia statale, si passa all’assicurazione a carico dell’utente
MN102F FOTO DI UN_AGENZIA DI VIAGGI PER SPECIALE VIVI L_ESTATE DEL 10 LUGLI
MN102F FOTO DI UN_AGENZIA DI VIAGGI PER SPECIALE VIVI L_ESTATE DEL 10 LUGLI

BELLUNO. Vita difficile e costosa per i turisti. Da ieri, infatti, è entrata in vigore la legge europea 2014 che modifica il Codice del turismo relativamente alle tutele per chi è coinvolto nel dissesto di tour operator o agenzie di viaggio da cui hanno acquistato un pacchetto vacanze. Gli effetti di questa norma si vedranno da gennaio quando l’attuale Fondo nazionale di garanzia per i viaggi organizzati sarà sostituito con polizze assicurative o garanzie bancarie che, in caso di insolvenza o fallimento dell'organizzatore o del venditore, garantiranno al viaggiatore il rimborso del prezzo versato per il pacchetto di viaggio e il suo rientro in patria.

A darne notizia è la Federconsumatori che precisa come «per i pacchetti prenotati fino al 31 dicembre di quest’anno, si potranno proporre istanze di rimborso entro tre mesi dalla data in cui si è concluso o si sarebbe dovuto concludere il viaggio, che saranno definite fino al limite di capienza del Fondo nazionale di garanzia». Quindi, per i viaggi acquistati dal 2016 non ci sarà più l'assistenza da parte dello Stato, ma i tour operator e le agenzie di viaggi predisporranno assicurazioni e garanzie bancarie, non solo per i viaggi all'estero, «come disponeva la precedente disciplina, che comunque le prevedeva come facoltative (e di fatto non erano utilizzate), ma anche per quelli effettuati all'interno di un singolo Paese, anche se, in caso di rientro immediato del turista, è stata rimossa la menzione a un'assistenza anche economica», dice Federconsumatori che evidenzia alcuni punti deboli della normativa. «Il consumatore potrebbe avere degli esiti positivi dal punto di vista della sicurezza del rimborso e della rapidità ad ottenerlo, ma sorgono dei dubbi sulla difficoltà di accedere al credito, che renderà molto difficile acquisire una fideiussione bancaria. È evidente che, se l’impresa riuscirà ad ottenere i necessari affidamenti dal sistema bancario, il costo finirà per gravare sul consumatore finale che quindi, se vuole la tutela, dovrà pagarsela, e nemmeno poco».

L’associazione si dice, però, perplessa per il fatto che, «anziché migliorare il funzionamento di un Fondo di garanzia malfunzionante per gli enormi tempi di risposta alle pratiche risarcitorie, si ripieghi sul privato, facendo gravare gli oneri sulle imprese e, alla fine, sui consumatori». Le associazioni dei consumatori chiedono quindi che sia previsto che il Fondo continui ad essere alimentato finché non vi siano più pratiche da rimborsare e per questo è stato chiesto un incontro al Ministro.

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