Aggressioni al Palasport identificati i responsabili

Le indagini si concentrano su due giovani stranieri, ma ancora nessun fermo Il questore: «Furti e scippi inusuali per Belluno, rinforzi in arrivo da Padova»
Di Marco Ceci

BELLUNO. «Si è molto vicini, diciamo quasi certi dell’identificazione dei responsabili delle due aggressioni avvenute la sera del 3 marzo nel parcheggio del Palasport, ma le indagini, nelle quali siamo impegnati a supporto dei carabinieri, non sono ancora concluse. Al momento non è stato comunque fermato nessuno».

A svelarlo, seppur schivando i particolari dell’inchiesta, è stato il questore di Belluno, Attilio Ingrassia, nell’ambito di una panoramica sull’emergenza criminalità da alcuni mesi sta interessando la provincia. Determinanti per la ricostruzione dei fatti dello scorso 3 marzo, oltre alle testimonianze raccolte, sarebbero state le immagini fornite dalla telecamera posizionata al Parco città di Bologna, dove nelle ore successive al fatto era stato rinvenuto il portafoglio di una delle due donne aggredite. Indagini che, quindi, sarebbero alle strette finali, anche se in proposito le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo.

Un episodio che, in ogni caso, ha rappresentato solo una tappa dell’escalation di criminalità che ha investito il territorio bellunese da inizio anno e culminata in questi giorni con i furti in casa a Nogarè e a Polpet e con lo scippo subito lunedì, in pieno giorno, da una donna nel parcheggio dell’Emisfero di via Tonegutti. «Non ritengo ci siano ancora gli elementi per parlare di un vero allarme criminalità in provincia», spiega il questore, «ma è innegabile che il fenomeno in qualche modo si sta evolvendo. Le aggressioni alle due donne prima e lo scippo all’Emisfero, poi, sono fatti statisticamente inusuali per Belluno».

Non l’unico indicatore, comunque, a preoccupare il questore. «La serie di furti che hanno interessato in questi giorni la periferia di Belluno, con i ladri entrati nelle abitazioni senza preoccuparsi che all’interno vi fossero i proprietari è un’altra novità. Particolare che ci sta facendo fare delle considerazioni a livello di intelligence con gli uffici delle province a noi confinanti, per valutare eventuali analogie nei modus operandi di questi malviventi. Migrazione di malviventi verso il territorio bellunese? È un nostro sospetto, al pari delle province di Pordenone e Trento, dove si sta registrando un fenomeno analogo: per questo stiamo ampliamento l’attività di informazione. Non escludiamo che ci sia in giro una nuova squadra, noi la chiamiamo “batteria”, di ladri che viene a operare in quest’area. Anche per questo, a brevissimo termine, il nostro intervento sul territorio sarà rinforzato con 2-3 pattuglie, quindi 6-9 uomini, provenienti dal reparto Prevenzione Crimine di Padova».

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