Agli infermieri e ai tecnici 40 euro

Accordo tra sindacati e Regione sulle prestazioni serali e festive
TOME' TREVISO NUOVO PRONTO SOCCORSO agenzia fotografica fotofilm
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BELLUNO. Neanche se avessero consultato la sfera di cristallo, i dirigenti dell’Usl 1 avrebbero potuto centrare il valore orario della prestazione professionale aggiuntiva, offerta da infermieri e tecnici di radiologia per l’attività serale e festiva del reparto del San Martino. La contrattazione svoltasi l’altro ieri a Venezia, tra sindacati di categoria e gli uffici, ha stabilito, per tutto il territorio veneto, la quota di 40 euro lordi all’ora per chi, su base volontaria, deciderà di dare prestazioni aggiuntive nell’attività serale e festiva del reparto di radiologia, attività partita in parte nell’aprile scorso e in parte il primo settembre.

«Questa somma sarà garantita dal bilancio dell’Usl, anche se la Regione si è impegnata a venire in soccorso, qualora l’azienda non riesca a sostenere completamente il costo. Sicuramente ci aspettavamo qualcosa di più», commenta Gianluigi Della Giacoma, della Fp Cgil. «Siamo soddisfatti che ci sia un’omogeneità di trattamento per il personale non medico in tutta la regione e anche del riconoscimento del disagio di persone che già fanno gli straordinari quotidianamente per sopperire alla carenza di personale».

Al tavolo veneto, dai sindacati è arrivato anche l’appello affinché questo sistema di prestazioni aggiuntive sia applicato anche ad altre attività ospedaliere, laddove si riscontrino problemi nelle liste di attesa. «Perché non pensare di ampliare la platea delle prestazioni aggiuntive a partire dal 2014? È su questo che si dovrebbe iniziare a ragionare».

Dello stesso avviso Fabio Zuglian, segretario della Fp Cisl. «La somma decisa a Venezia è quella che noi avevamo già anticipato nella Usl di Belluno e questo non può che farci piacere. La cosa su cui però chiediamo si ragioni, è la possibilità di allargare queste opportunità anche ad altri settori, come la fisioterapia o gli esami di laboratorio, laddove c’è molta richiesta. Ricordiamo», conclude Zuglian, «che le prestazioni aggiuntive sono volontarie e non possono essere chieste a personale part time». (p.d.a.)

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