Agnello dell’Alpago: blitz dei Nas negli allevamenti
ALPAGO. Blitz dei carabinieri del Nas di Treviso nei giorni di Pasqua negli allevamenti alpagoti degli agnelli. Sotto la lente finisce il famoso prodotto dell’Alpago, rinomato non solo in provincia, ma in tutta Italia, per il quale è nato anche un presidio slow food.
Dell’operazione si conoscono pochi dettagli, anche perché gli stessi allevatori sono restii a parlare di quanto accaduto. Da quanto si sa, comunque, nel mirino dei militari dell’Arme del Nucleo antisofisticazione sono finiti prevalentemente gli allevamenti di ovini, insieme ad alcuni ristoranti della zona. Lo scopo dei controlli era verificare la regolarità di tenuta degli animali, le modalità di macellazione e la loro movimentazione, con la verifica della presenza di tutti i marchi e di quanto previsto dalla legge.
La notizia dei controlli si è diffusa velocemente tra gli addetti ai lavori, creando non poca agitazione, visto anche il periodo in cui è avvenuto il blitz.
Sembra, ma il condizionale è d’obbligo in questi casi, che siano state trovate alcune violazioni alla norma sulla tenuta dei registri di stalla, tanto da far apporre i sigilli ad almeno un allevamento.
Altre denunce e segnalazioni sono finite direttamente al Servizio veterinario dell’Usl 1, che ora dovrà provvedere a far rispettare le norme, prima di dare nuovamente il nulla osta agli allevamenti sotto la lente.
Ad essere controllato anche il presidente dell’associazione alpagota Fardjma, Franco Pianon: «Sono venuti una decina di giorni prima di Pasqua», racconta Pianon, «hanno controllato i registri e l’unica irregolarità che ci hanno contestato è quella di aver ricoverato gli animali in una stalla di recente costruzione e non ancora agibile. Siamo in attesa di capire il tenore della sanzione che ci sarà comminata», conclude Pianon.
A far parte dell’associazione Fardjma sono 17 allevatori nell’Alpago e due ristoranti. A quanto pare, nessuno di questi due locali è stato visitato dai Nas. Parola di Renzo Dal Farra, titolare del ristorante San Lorenzo e fondatore del presidio: «Da me non è passato nessuno, ma li aspettiamo», dice Dal Farra, che aggiunge: «C’è molto fermento in giro per queste visite che arrivano in un momento di crisi drammatica e che non fanno certo bene a un comparto che sta lottando per la sopravvivenza. Non sto dicendo che non vadano fatti i controlli, anzi ben vengano, ma che siano eseguiti in tutto l’arco dell’anno, non solo sotto Pasqua. Quanto accaduto ci lascia con l’amaro in bocca».
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