Agordino, 150º dell'Unità: si va in ordine sparso
Ogni sindaco la vede a modo suo: il più critico è quello di Cencenighe
Mauro Soppelsa
AGORDINO.
«Una festa per mascherare le magagne di uno Stato da riformare, privo di senso civico e di valori etici». Il no alle cerimonie per i 150 anni dell'Italia unita da parte del sindaco di Cencenighe,
Mauro Soppelsa
, non viene da posizioni leghiste: lui non pensa al tricolore come strumento per la "pulizia anatomica". Sembra suonare piuttosto come un richiamo a privilegiare la sostanza a scapito della forma. «No», spiega Mauro Soppelsa, «non faremo alcuna manifestazione per festeggiare il 150º dell'Unità d'Italia (al Comprensivo invece sono previsti la consegna delle bandiere e il suono dell'inno, ndr). Perché? Beh, non mi sembra che ci sia molto da festeggiare. Abbiamo uno Stato che deve essere riformato, che deve recuperare il senso civico, deve diventare un Paese serio. Questa appare invece come una festa per nascondere i tanti problemi che abbiamo, quando invece sarebbe necessario mettersi al lavoro per cambiare davvero le cose. Se alle spalle ci fosse uno Stato serio, saremmo tutti ben lieti di festeggiare l'appartenenza ad esso». Dello stesso avviso, anche se con toni più morbidi, è il sindaco di Falcade,
Stefano Murer
. «Domani consegneremo le bandierine agli alunni delle scuole», dice, «e giovedì faremo l'alzabandiera con il gruppo Caviola-Cime d'Auta». Si capisce però che l'entusiasmo verso la storica ricorrenza è piuttosto tiepido, sia perché «aspettiamo di festeggiare il 150º dell'annessione dell'Agordino all'Italia, nel 2016», e sia perché «aspettiamo di festeggiare un Paese veramente uguale da nord a sud, da est a ovest; e in questo senso c'è molto da fare». Gosaldo, La Valle e Selva di Cadore (con i sindaci
Giocondo Dalle Feste
,
Tiziano De Col
e
Ivano Dall'Acqua
) non hanno in mente iniziative, mentre, senza grossi trasporti, il primo cittadino di Livinallongo,
Ugo Ruaz
, lascia libertà di scelta: «Chi vuole festeggiare festeggi e chi non vuole faccia a meno». Se
Andrea De Bernardin
, sindaco di Rocca Pietore, mette in campo argomentazioni economico-produttive sulla sua ritrosia a spegnere le candeline sull'Italia unita («Abbiamo gravi problemi di gestione e, con molte difficoltà, stiamo cercando di fare il bilancio 2011 nella maniera più corretta. E non abbiamo né fondi e né tempo da dedicare. Feste ce ne sono già abbastanza»), il collega di Colle Santa Lucia,
Oscar Troi
, porta invece motivi storici («Questi non sono i nostri 150 anni»). Ma l'Agordino è bello perché è vario e allora, pur restando sul piano della semplicità, ad Agordo, Rivamonte, Voltago (con
Bruno Zanvit
), Taibon (con
Loretta Ben
), Canale, Vallada, San Tomaso e Alleghe si farà festa. Nel capoluogo il sindaco
Gavaz
ha invitato tutti ad esporre la bandiera e a unirsi al corteo che giovedì alle 9 si recherà in via XXVII aprile al cippo commemorativo dell'annessione dell'Agordino all'Italia e della consegna della medaglia d'oro ad Agordo per i moti del 1848. A Rivamonte, il sindaco
Da Ronch
ha pensato a un compleanno vero e proprio con tanto di torta tricolore (kiwi, panna e fragole) da mangiare domani assieme agli alunni. Festa a scuola anche per Voltago e Taibon che, sempre alla vigilia della ricorrenza, vedranno la consegna delle bandierine agli scolari da parte di sindaco e assessori. A Taibon, inoltre, la notte tra il 16 e il 17 sarà illuminata da tre luci in prossimità del monumento ai Caduti. A Canale, il sindaco
Rinaldo De Rocco
, oltre al tricolore, consegnerà alle giovani leve anche la bandiera del Veneto e dell'Europa. L'alzabandiera avrà invece luogo sia domani (per le scuole) e sia giovedì per la cittadinanza tutta (in collaborazione con gli alpini di Canale-Caviola). Più soft il rito valladese con l'alzabandiera e il discorso del sindaco
Fabio Luchetta
alla primaria "Carmela Ronchi". Ad Alleghe e San Tomaso al vessillo si aggiungerà la Costituzione. «Dobbiamo far capire ai giovani», dicono all'unisono i sindaci
Moreno De Val
e Gloria Pianezze, «che ragazzi poco più grandi di loro hanno unito l'Italia spargendo il loro sangue». «Oggi bisogna riscoprire quell'unità per uscire dal difficile periodo che stiamo vivendo», aggiunge De Val. E Pianezze: «L'Unità d'Italia è un principio importante e la Costituzione che consegnerò alle scuole è tutto ciò che abbiamo, è l'ultimo baluardo rimasto».
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