Agordino, coniugi uccisi dalle esalazioni di monossido

Gastone Gastaldo e Amabile Xaiz trovati senza vita nella loro casa di Zenich: i vicini non li vedevano da lunedì. La colpa è di un generatore che avevano acceso in cantina

RIVAMONTE

Lei è stata trovata in salotto. Lui sulle scale. Erano morti da almeno un paio di giorni, uccisi dal monossido di carbonio. Amabile Xaiz e Gastone Gastaldo erano tornati a vivere a Zenich di Rivamonte Agordino a metà anni ’90, dopo una vita lavorativa trascorsa nel Milanese. Avevano comprato una casa, l’avevano ristrutturata e si erano fatti da subito ben volere in paese. Ieri sera i coniugi, ottantenni, sono stati trovati senza vita all’interno della loro abitazione.

Nessuno li vedeva da lunedì. I vicini di casa pensavano che fossero andati in ospedale, poi si sono accorti dell’auto, parcheggiata nel giardino. In casa le luci erano accese. Due dettagli che hanno preoccupato chi conosceva la coppia. Alle 19.30 di ieri, quindi, i vicini di casa hanno avvisato le forze dell’ordine.

I vigili del fuoco di Agordo sono andati a Zenich e hanno aperto la porta. Amabile Xaiz era in salotto, il marito Gastone Gastaldo è stato trovato sulle scale. I coniugi erano morti da almeno un paio di giorni.

I due sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio generato dal generatore che avevano acceso in cantina. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, anche i carabinieri di Agordo e la Croce rossa.

«Li conoscevo molto bene, sono del mio stesso paese», ricorda il sindaco di Rivamonte, Nino Deon. «Vivevano soli, il figlio era mancato un paio di anni fa. Ma erano persone molto attive, dinamiche. Avevano l’orto da curare, gli animali da cortile, si vedevano spesso intenti nelle attività quotidiane».

Amabile Xaiz era nata a Rivamonte, Gastone Gastaldo invece era originario della provincia di Padova. «Hanno vissuto per anni nel Milanese, per lavoro», continua il sindaco Deon. «A metà anni ’90 hanno comprato una casa a Zenich, l’hanno ristrutturata e sono tornati a vivere qui. Erano molto attivi, dinamici... che disgrazia».

È affranto, Nino Deon. «Con tutte le situazioni critiche che abbiamo vissuto in questa settimana, pensavo proprio l’altro giorno che non era successo niente, che in paese in fondo stavamo tutti bene. Invece...».

Quello di Rivamonte è il terzo episodio, ma il più grave, di intossicazione da monossido dall’inizio dell’emergenza maltempo. Anche i primi due erano stati causati dai generatori, tanto che la Prefettura aveva diffuso un avviso a non collocare gli impianti all’interno di stanze chiuse. Mercoledì 31 ottobre un’intera famiglia di Venas era rimasta intossicata: marito, moglie, due ragazzi e la loro nonna avevano avuto bisogno delle cure in camera iperbarica per riprendersi dalle esalazioni.

Sabato, invece, erano rimasti intossicati una mamma con il figlioletto. Ad accorgersene era stato il marito della donna e anche in questo caso le vittime erano state trasferite a Mestre per un trattamento in camera iperbarica. Per Amabile Xaiz e Gastone Gastaldo, invece, non c’è stato niente da fare. —


 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi