Agordino, dieci milioni di euro per il turismo

È la somma derivante dai fondi ex Odi per un piano di rilancio dei comuni di alto e medio Agordino

ROCCA PIETORE. Un piano di marketing ad hoc di 700 mila euro per rilanciare, dal punto di vista turistico, il medio e alto Agordino destagionalizzandolo. Somma che si aggiunge ai ben più corposi 9.5 milioni di euro da investire in infrastrutture e ospitalità diffusa.

Sono questi i punti principali di un progetto che il territorio agordino, composto dai comuni di Rocca Pietore, capofila, Alleghe, San Tomaso, Cencenighe, Taibon, Livinallongo e Colle Santa Lucia - comuni tra loro molto diversi - è riuscito a farsi finanziare tramite le risorse del Fondo di sviluppo dei comuni confinanti con l’annualità 2011.

«Abbiamo fatto ciò che tutti gli altri comuni avrebbero dovuto fare», commenta il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin fiero dell’iniziativa curata dal project manager Denis Dal Soler. «Si tratta di 10,2 milioni di euro di fondi ex Odi di cui quasi 8 milioni andranno sulle infrastrutture. Di questi tre milioni serviranno per la realizzazione di una pista ciclabile che collegherà Malga Ciapela con Taibon. Inoltre altri due milioni di euro serviranno per l’ospitalità diffusa extra alberghiera (B&B e affittacamere). E ci sono anche 700mila euro per il piano di marketing per cui il Comune ha pubblicato un bando vinto dalla società SL&A Turismo e territorio di Roma, presieduta da Stefano Landi.

«È evidente», prosegue il sindaco, «che lo sci ha delle criticità, vista la mancanza di neve contro cui stiamo lottando, in una battaglia contro l’impossibile. E su questo molti operatori dovrebbero farsi un esame di coscienza, perché paiono non comprendere che bisogna pensare anche ad altre iniziative per far arrivare i turisti. Auspico che il progetto possa dare nuovo smalto a un territorio che sta soffrendo, visto il calo delle presenze». Calo che si evidenzia anche nelle seconde case come sottolinea il sindaco di Alleghe, Siro De Biasio: «È emblematico che le seconde case siano chiuse a Natale e molte siano in vendita, perché i giovani non vengono più a sciare».

Da una parte dei soci di Dolomiti Superski, ancora nel settembre scorso, era partito l’allarme, con l’invito agli stessi membri a mettere in atto delle strategie in caso di carenza di neve.

Negli ultimi anni, infatti, si è perso il 30% delle presenze: Cortina è passata da un milione di presenze a 700mila, Rocca Pietore da 280 mila a 180 mila. Una flessione importante che va recuperata. Come? Lo dovrà dire la società di marketing che avrà a disposizione quattro mesi per presentare il piano, in parte condiviso con gli operatorie, e altri 22 mesi per applicare i progetti e vederne i risultati. «Dobbiamo imparare a raccontarci meglio, a farci distinguere e farci scegliere e comprare. Dobbiamo cercare di fidelizzare gli ospiti», dice Landi il cui compito sarà anche quello di seguire gli operatori nell’attuazione del progetto stesso.

Due gli obiettivi che i territori hanno dato alla società: competitività e redditività turistica. «Ormai non basta più la neve per attirare le persone», ha detto ancora Landi. «Servono nuovi stimoli come la bicicletta o gli sport d’acqua o altro a seconda delle esigenze e peculiarità del territorio. Tra gennaio e febbraio ascolteremo gli operatori e poi si partirà. Quello che vogliamo non è un piano astratto, buono per tutte le occasioni», ha concluso Landi, «ma una partitura effettivamente eseguibile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi