Agordo, Chirurgia resta chiusa per tutto agosto. «L’Ulss dice no a chi sceglie Agordo»
AGORDO. «Un medico aveva dato la sua disponibilità per portare avanti la chirurgia dell’ospedale di Agordo per alcuni anni: la direttrice generale dell’Usl Dolomiti ha detto no». Lo denuncia il Comitato sanità agordina, confermando al contempo le voci di corridoio secondo le quali per tutto il mese di agosto il reparto di chirurgia del nosocomio agordino resterà chiuso per mancanza di personale. Tra maggio e giugno è infatti andato in pensione il dottor Da Rold che era il responsabile dell’unità operativa e non è stato sostituito.
«In reparto», spiegano i membri del comitato, «sono rimasti il dottor Labruna e un altro medico che ogni tanto viene mandato a scavalco da Belluno. Evidentemente, nel momento in cui il personale va in ferie, non viene sostituito e così il reparto chiude».
Con la chiusura va di fatto a interrompersi l’attività di elezione a cui la chirurgia agordina è stata destinata ancora diversi anni fa in spregio delle schede sanitarie.
«Ci chiediamo quale sia la ratio di una simile decisione», attacca il Comitato, « dal momento che è sempre stato detto che la chirurgia d’elezione ad Agordo serviva per sgravare Belluno e Feltre».
Con la speranza che, per quanto grave, si tratti solo di una parentesi agostana e con settembre tutto torni nella normalità, il Comitato svela però un retroscena che la dice lunga su quelle che sono i programmi dell’Usl1 e di chi le detta la linea, cioè la Regione, sull’ospedale di Agordo.
«Si continua a dire che mancano medici e che è difficile reperirli, specie per gli ospedali periferici», dice il Comitato, «ricordiamo che questo problema era stato posto alla direzione Usl già nel 2010 affinché se ne facesse interprete con la Regione che, oggi è evidente, ha dimostrato una notevole miopia politica. Sottolineiamo, tuttavia, che quando ci sono medici disposti a venire ad Agordo, la direzione generale dell’Usl Dolomiti non prende in considerazione la possibilità. Sappiamo per certo che un noto e stimato professionista aveva dato la sua disponibilità per portare avanti la chirurgia di Agordo per alcuni anni, ma la direttrice ha detto di no».
Due situazioni, quella della chiusura della chirurgia e quella del niet di Carraro al medico, che il Comitato, formato da persone con alle spalle esperienze sanitarie e amministrative, ritiene gravi e sulle quali spera che i sindaci facciano finalmente sentire la propria voce.
«Siamo sicuri», dicono, «che la consigliera comunale di Agordo con delega alla sanità, Federica Zasso, che ha ottimi rapporti con la direttrice generale, sarà già stata messa a conoscenza dei problemi e che saprà risolverli in breve tempo». C’è un ultimo aspetto che il Comitato (che invita i cittadini a denunciare i disservizi sanitari di cui dovessero essere vittime) porta all’attenzione. «Abbiamo visto che i fondi del Pnrr per l’ospedale di Agordo sono stati destinati alla realizzazione di poliambulatori (2,5 milioni) e per una casa di comunità (250)», dicono i membri del Comitato, «vorremmo, però, capirne di più dal momento che oggi, lo dicono da anni le associazioni di volontariato che si sobbarcano chilometri su chilometri per trasportare gli utenti, le visite vengono sempre più spesso dirottate a Belluno. Vorremmo anche capire se la casa di comunità è la copia del vecchio progetto di medicina integrata. Se è così, bene, altrimenti è meglio che i medici di base restino sul territorio».
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