Agordo, migranti in arrivo all’ex pretura
AGORDO. Agordo accoglierà cinque o sei migranti. E don Giorgio dice “grazie”. La notizia è emersa martedì all’incontro organizzato dall’amministrazione. Poca la gente presente per un tema che l’autunno scorso aveva scaldato gli animi tanto che quindici sindaci della vallata su sedici avevano detto un “no” secco al Prefetto che chiedeva loro di accogliere i migranti. Solo il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit, aveva chiesto tempo per approfondire la questione con la Prefettura. Cosa che è stata fatta e di cui il sindaco ha dato conto nell’incontro di martedì (in onda stasera alle 20.10 su Radio Più).
«Noi - ha detto - daremo ospitalità a 5 o 6 migranti che arriveranno ad Agordo non prima di maggio. Li ospiteremo nei locali dell’ex pretura-ex carceri in fondo a corso degli Alpini. Locali che verranno opportunamente adeguati dall’ente gestore che pagherà anche un affitto al Comune».
L’ente gestore sarà la cooperativa Blhyster di Belluno (presente in sala con il presidente Francesco Santin e alcuni suoi collaboratori) che ha vinto il bando pubblicato dalla Prefettura, accettando di fatto le condizioni poste dall’amministrazione di Agordo.
«Avevamo due scelte - ha detto Da Roit - o subivamo la gestione del fenomeno legato all’accoglienza dei migranti o lo co-governavamo. Abbiamo optato per la seconda, spiegando che l’avremmo accettata solo a determinate condizioni. Quando in autunno il Prefetto parlò dell’arrivo di 47 persone, noi fummo gli unici a dirgli in faccia la nostra opposizione. Altri sono stati zitti».
Agordo aveva già avuto modo di sperimentare l’accoglienza dei migranti nel 2011, quando sempre negli stessi locali vennero ospitate cinque persone del Bangladesh. «La loro presenza non creò problemi alla comunità - ha ricordato Da Roit - ma non ci piacque il fatto di essere stati lasciati da soli nella gestione di quelle persone. Per questo negli incontri col Prefetto abbiamo detto che eravamo disposti ad accoglierne solo cinque o sei, a patto che la Prefettura non ci lasciasse soli».
«Abbiamo chiesto - ha continuato Da Roit, spiegando quello che è il Modello Belluno - che le persone (saranno maschi maggiorenni, ndr) possano essere utilizzate in attività lavorative, non certo per sfruttarli, perché i ragazzi del Bangladesh ci chiedevano espressamente di poter fare qualcosa; che possano essere organizzati corsi di italiano e di educazione civica; che la cooperativa si prenda carico di accompagnarli nel percorso; che ci siano delle garanzie di un controllo affinché non vengano commessi atti contro la legge. Su quest’ultimo aspetto abbiamo ottenuto un controllo da parte delle forze dell’ordine ogni due settimane, ma crediamo possa diventare settimanale. Per quanto riguarda il lavoro saranno impiegati part-time per cinque giorni alla settimana. Poi sono cittadini liberi e non saranno segregati».
Una scelta, quella dell’amministrazione di Agordo dettata «dai valori che abbiamo dentro», ma anche dalla volontà di «non scaricare su altri Comuni le responsabilità dell’accoglienza».
Atteggiamento che è piaciuto all’arcidiacono monsignor Giorgio Lise. «La comunità dovrà collaborare per favorire l’integrazione - ha detto - la parrocchia farà la sua parte».
Gianni Santomaso
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