Agordo si specializza per mantenere le sue sale operatorie

Faronato vuol potenziare Chirurgia negli ospedali periferici Determinati interventi saranno eseguiti lontano da Belluno
Di Paola Dall’anese
TREVISO..CRANIO INTERVENTO - Nella foto grande, una delle e'quipes chirurgiche impegnate all'ospedale Ca' Foncello
TREVISO..CRANIO INTERVENTO - Nella foto grande, una delle e'quipes chirurgiche impegnate all'ospedale Ca' Foncello

BELLUNO. Alcuni interventi chirurgici, che ora si eseguono per lo più all’ospedale di Belluno, saranno dirottati in via esclusiva nelle strutture periferiche di Agordo e Pieve di Cadore.

Ma quali saranno gli interventi da spostare in modo obbligato nelle vallate? Ci sta ragionando da direzione strategica dell’Usl 1, che potrebbe rispolverare il vecchio progetto che prevedeva di concentrare ad Agordo operazioni chirurgiche per risanare rotture causate da attività sportive.

Questo piano permetterà non solo di specializzare le sale operatorie dei due ospedali periferici, ma anche di poterle tenere aperte in sicurezza. E la modifica apportata alle schede ospedaliere dalla quinta Commissione regionale va proprio in questa direzione. Attualmente, infatti, l’attività della chirurgia agordina è in regime di day surgery; in poche parole, i pazienti vengono operati e dimessi in giornata dopo operazioni che, come è comprensibile, sono abbastanza semplici. Con le nuove schede, invece, l’attività passerà a week surgery, permettendo così ricoveri anche di più giorni. «Si tratta di un modello organizzativo che va studiato e su cui stiamo già lavorando da qualche tempo», precisa il direttore generale Pietro Paolo Faronato. «L’obiettivo è concentrare su Agordo, e in misura minore a Pieve di Cadore, determinati interventi per tutta l’Usl. Così stando le cose, al San Martino di Belluno resteranno la chirurgia d’urgenza maggiore e altre attività più complicate».

Ematologia. Ma le novità non si fermano qui. Nei giorni scorsi la direzione strategica ha dato il via libera al bando per lo studio di progettazione per la ristrutturazione del quarto piano del San Martino, dove saranno accolte le degenze della medicina interna, dell’ematologia e dell’oncologia.

«È partito il percorso di progettazione, con il bando sarà individuato chi dovrà fare il progetto. Si tratta di una gara complessa del valore di 150 mila euro, mentre i lavori costeranno oltre un milione», sottolinea Faronato.

Già qualche tempo fa la giunta veneta aveva assegnato all’Usl 1 3 milioni e 260 mila euro per spese varie di investimento; tra queste troviamo, appunto, la realizzazione di un reparto unico, con nuovi spazi e standard maggiori di qualità .

La nuova realtà, come era stata pensata ancora dall’allora dg, Antonio Compostella, sorgerà al quarto piano dell’ospedale San Martino, nell’ex ala degenze della gastroenterologia.

Con quest’opera, come era stato chiesto anche dall’associazione per la lotta contro le leucemie (Ail), l’Usl 1 metterà un reparto all’avanguardia a disposizione dei malati, specie quelli ematologici che arrivano dai centri specializzati. Addirittura la stessa Ail si era proposta per l’acquisto dell’arredo, grazie ai fondi raccimolati negli anni con la sua attività.

«Si tratta di un primo passo avanti che stiamo facendo», conclude il direttore generale dell’azienda sanitaria bellunese, «per capire i tempi per la sua realizzazione servirà del tempo. L’importante era avviare tutto il meccanismo per far partire questo progetto.E ci siamo riusciti».

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