Agrario e aziende si alleano: al via lezioni per mastri birrai e casari
Fare rete per il futuro dei giovani, prima ancora che del territorio bellunese. Grazie a un finanziamento della Fondazione Cariverona, il progetto “On the job learning” darà risposte ai bisogni da una parte di chi vuole saperne di più sui mestieri di casaro o birraio, dall’altra delle aziende che devono cercare persone qualificate in scuole sempre più lontane.
Ecco perché l’agrario di Vellai ha deciso di partecipare al bando ponendosi come figura di riferimento per due partner nodali della filiera lattiero-casearia e brassicola provinciale, Lattebusche e Birra Castello. Assieme a loro, l’Iis “Antonio Della Lucia” ha ottenuto un finanziamento per l’attivazione di quattro corsi di formazione specifica, per avvicinare i giovani (anche studenti) al mondo del lavoro, per avviarli e per permettere nuove assunzioni all’interno delle stesse aziende.
Il percorso impegnerà 60 ragazzi, possibilmente con più di 18 e meno di 35 anni (ma la selezione sarà aperta anche ai minorenni), 25 docenti formatori più 20 dell’istituto per l’aggiornamento tecnico, più 45 studenti dell’agrario per le lezioni sulla sicurezza e 300 che useranno in modo più o meno saltuario i laboratori che, anche grazie a questo bando, saranno allestiti per le lezioni specialistiche. Non ci sono prerequisiti particolari per la partecipazione.
Oltre a questo, il progetto supervisionato da Stefano Sanson prevede di rinforzare il patto strategico tra la scuola e i partner allo scopo di condividere strutture, laboratori e risorse umane, coprogettare e realizzare percorsi formativi specialistici (tipo questi) e definire anche nuovi e sempre più efficaci percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Le aule saranno adeguate alle necessità specifiche, i docenti dell’agrario saranno coinvolti in modo attivo nella fase formativa. Parallelamente ai 4 corsi – due sulla birra e due sui formaggi – sarà organizzato un corso di 12 ore di sicurezza sul lavoro per gli studenti del biennio finale, anche per permettere loro di svolgerel’Asl in imprese specializzate nei settori caseario e birraio.
«Abbiamo colto subito in modo positivo questa opportunità arrivata dalla Fondazione perché sul territorio mancano percorsi di formazione così», esordisce il direttore di Lattebusche Antonio Bortoli, «mettere in piedi queste formazioni è un’azione culturale sostenibile, perché diamo al territorio una professionalità e ai giovani una speranza di restare e creare ricchezza. Ormai queste non sono più professioni che si possono tramandare a voce: sono cambiate le regole, i consumatori cambiano, la logica di continuo. Servono una base tecnologica salda e capacità di comunicare».
«Per fare un corso di formazione riconosciuto con una qualifica ad esempio di casaro ci vogliono 800 ore», precisa il dirigente Ezio Busetto, «si tratta di un’ipotesi in prospettiva, per ora tralasciata in attesa di creare un centro di formazione permanente».
«Guardiamo con preoccupazione ma anche con motivazione ai nostri giovani», conclude il consigliere di Cariverona Michele De Boni, sostenuto da Cesare Lasen, «questi risultati sono importanti ma si ottengono soltanto grazie alle sinergie». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi