Agricoltura in grave difficoltà poco foraggio, muffe in agguato

L’allarme delle associazioni di categoria. «Prezzi alle stelle per il fieno agli animali Prolificano le limacce che rovinano le orticole, molti campi non sono stati arati»

belluno

L’agricoltura in grave difficoltà per il maltempo che sta caratterizzando questa estate. Il primo sfalcio del foraggio praticamente non c’è mai stato o se qualcuno lo ha fatto la qualità del fieno è molto bassa. Le orticole sono in preda a parassiti, a funghi e limacce che stanno imperversando senza sosta, alle volte infestando anche le serre. Problemi seri anche per le patate. E in molti casi, a causa del terreno troppo bagnato, gli agricoltori non sono riusciti a condurre i trattori nei campi per arare e quindi seminare.

Diversi ettari di terra verso il sedicense sono rimasti incolti ad oggi.

Dal canto loro, gli allevatori sono alle prese con i costi elevatissimi del foraggio che rischia di “ripulire” tutti i guadagni dell’inverno.

Il quadro è critico e l’unica prospettiva che potrebbe ribaltare la situazione è l’arrivo di un agosto e un settembre baciati dal sole.

«Troppa pioggia, troppo umido rischiano di marcire le patate, di marcire il granoturco. Per la prima volta in provincia si possono vedere altezze diverse del mais, proprio perché non tutti gli agricoltori sono riusciti a seminare nello stesso periodo: qualcuno si è trovato costretto a ritardare le semine», precisa il presidente di Coldiretti, Alessandro De Rocco. «Siamo di fronte ad un proliferare incredibile di “slecanc” i lumaconi rossi che, in molte realtà, hanno distrutto raccolti di ortaggi come i cappucci», dice qualche agricoltore.

Problemi anche nel turismo, come evidenzia Marta Zampieri allevatrice che gestisce una malga in località Cornigian in Val di Zoldo. «Il maltempo di queste settimane non sta aiutando il turismo e quindi anche la vendita dei prodotti locali. Non si vede più il turista che passeggia durante la settimana: tutto si concentra la domenica. Inoltre, queste anomalie climatiche si stanno facendo sentire pesantemente anche nel budget dell’azienda agricola visto che l’acquisto di foraggio per le mie vacche mi sta prosciugando i guadagni dell’inverno». Una situazione causata anche dall’aumento esponenziale dei prezzi del fieno passato in tre anni da 6 euro al quintale a 22-24 euro.

«E di foraggio acquistato ce ne sarà bisogno ancora se siamo costretti ad alimentare gli animali anche la sera in stalla», sottolinea Zampieri. Criticità per le viti che soprattutto nel Feltrino sono state colpite dalla grandinata delle settimane scorse «che ha messo in forse questa vendemmia», come precisa il direttore della Cia, Mauro Alpagotti. «Il primo sfalcio del foraggio, che è quello più importante se n’è andato perché a livello quantitativo non è stato sufficiente. La speranza è che il sole torni a farsi vedere e che porti un po’ di caldo sia per le colture sia per il turismo provinciale». —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi