Agricoltura, trattori senza piloti e droni sopra i campi

Per il futuro si punta sempre più su canapa e papavero, da decenni coltivato in Agordino

LONGARONE. Innovazione e tradizione in vetrina ad Agrimont. Anche nel Bellunese non mancano infatti nuove proposte nel settore agricolo sia per quanto riguarda la tecnologia che le coltivazioni. Il Centro Consorzi di Sedico, con la ditta Flytech, propone il progetto “Elicka” ovvero l’uso di droni e mezzi automatici sui campi e non solo.

«Siamo tra i pochi in Italia a proporre l’agricoltura di precisione», spiega Michele Verdolini del Centro Consorzi, «con droni che liberano larve che mangiano i parassiti, piccoli alianti con fotocamere che monitorano i livelli di clorofilla e trattori che funzionano senza pilota con percorsi digitalizzati. Tutto queste permette un risparmio e una maggiore concentrazione sulla lavorazione del prodotto magari valorizzando quello locale. Tra poco partirà un corso apposito per formare all’uso di queste tecnologie che ci auguriamo possa dare nuove opportunità anche ai giovani».

Il centro consorzi è poi tra i partner della filiera bellunese della canapa, insieme alla Soms di Lentiai e altri soggetti privati tra cui la nuova associazione dei produttori di canapa delle Dolomiti che raggruppa nove aziende della Valbelluna. «La nostra produzione», raccontano il presidente Flavio D’Arsiè e il segretario Antonio Colussi, «recupera l’uso storico della canapa, prodotto ad alta resa e molto rispettoso dell’ambiente perché non necessita di trattamenti e quindi inquina molto meno rispetto per esempio al mais. Noi produciamo olio di semi, bevande, saponi e candele, tutto nelle nostre zone».

La filiera ad oggi ha circa 15 ettari coltivati in provincia e può contare sul nuovo punto vendita a Bribano, Canapalpino. Un negozio aperto da tre giovani, Matteo Gracis, Marco Dalla Rosa e Valentina Toffoli che un anno fa si sono lanciati in questa impresa che sta dando buone soddisfazioni.

Altro prodotto legato alla storia del territorio su cui si vuole puntare per il futuro è il papavero. «Da decenni è coltivato a livello familiare dell’agordino», spiega Silvano Savio. «Per le festività natalizie i semi, importati dalla Turchia, servono per creare alcuni dolci tipici come il “crafonz” e “carfogn”. Questo ingrediente è molto amato all’estero e ci piacerebbe creare una filiera come quella della canapa».

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