Agrimont positiva non il settore latte in crisi per le quote
LONGARONE. Apertura con segnali positivi per la 36° edizione di Agrimont a Longarone Fiere, che segnala il tutto esaurito sul fronte espositivo, anche se in alcuni settori, come quello del latte, ci sono pesanti incertezze.
All'inaugurazione, dopo i saluti del sindaco Roberto Padrin, è intervenuto il presidente dell'ente fiere Giorgio Balzan che ha fatto una panoramica della rassegna: «130 sono le ditte presenti quest'anno che spaziano dalla macchine agricole al giardinaggio, senza trascurare i prodotti tipici come i formaggi con la loro Strada, l'allevamento con gli animali e la nuova peculiarità dell'ago-gelateria che valorizza la prossima giornata europea del gelato artigianale, un appuntamento che è uno degli orgogli delle nostre fiere. Non mancheranno naturalmente i convegni come quello di presentazione del nuovo piano di Sviluppo rurale regionale in programma la prossima settimana. Devo ringraziare di cuore tutti quelli che hanno avuto la volontà di esserci tra cui uno dei nostri fiori all'occhiello che è la Lattebusche».
Proprio Lattebusche ha chiuso la cerimonia inaugurale con la presenza del presidente Augusto Guerriero e del direttore generale Antonio Bortoli, che nel suo intervento si è soffermato anche sulla questione delle quote latte.
«In questo periodo l'agricoltura di montagna fa fatica» ha detto Bortoli «con l'aumento dei costi di produzione e di trasformazione delle materie prime. La realtà è che il mondo lattiero-caseario a livello internazionale produce più di quello che serve per cui ci sono delle eccedenze. Alcune importazioni sono in flessione come quelle in Cina, o completamente cessate come in Russia e questo è un grave danno per l'economia.
Non mancano le nubi per quanto riguarda l'abolizione delle quote latte: ora chiunque potrà produrre le quantità che vuole. Uno dei paesi maggiormente colpiti da questo prossimo surplus produttivo sarà proprio l'Italia. Fra due settimane andremo a riferire ai nostri agricoltori questa situazione anche se per fortuna la nostra azienda rimane solida e in crescita. La “testa” rimane in provincia ma tre quarti del nostro prodotto per fortuna vengono venduti in tutta Italia e il 20% anche all'estero, per esempio i nostri formaggi Piave e grana.
È questa filosofia che ci ha permesso di resistere pur nelle varie sofferenze e rimanere competiti con tutta la serie di politiche di incorporazione che ci hanno fatto diffondere in varie zone del Veneto. Resta comunque, e qui mi rivolgo a tutti i nostri politici locali, la forte diseguaglianza con le regioni a statuto speciale che ci fanno da confinanti».
Spazio anche al secondo premio in memoria di Ivano Pocchiesa, già collaboratore dell'ente fiere e conferito a tutti i giornalisti che si impegnano per la diffusione del valore del gelato artigianale.
Quest'anno il riconoscimento è andato allo zoldano Mario Agostini, già preside a Forno di Zoldo, collaboratore del Corriere delle Alpi, scrittore di molti libri sulla storia del gelato e referente della rassegna enogastronomica Alto Gusto. A lui va una targa al merito consegnatoli dalle sorelle di Pocchiesa e dal presidente dell'associazione Bellunesi nel mondo Oscar De Bona.
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