Agrimont, vetrina aperta contro la crisi del primario

BELLUNO. La crisi del settore lattiero-caseario si è intensificata negli ultimi sei mesi e gli effetti negativi, nello specifico per il numero degli operatori del comparto, si vedranno non quest’anno, ma nel 2017. Un problema di non poco conto per il territorio provinciale, visto che in quest’ultimo il 70% circa delle aziende agricole si regge proprio sul lattiero-caseario.
Il grido d’allarme degli allevatori si è levato più di una volta in questi mesi: l’ultima occasione qualche giorno fa, durante l’incontro con l’europarlamentare Dorfmann. «La forte criticità che interessa il settore necessita, per essere risolta, di un’azione ben coordinata, che non sia a “spot”», sottolinea Silvano Dal Paos, presidente di Coldiretti Belluno, ente che ieri mattina ha ospitato la presentazione della 37ma edizione di Agrimont, la grande vetrina dedicata all’agricoltura di montagna. E, in un periodo in cui il comparto agricolo vive una situazione di certo non semplicissima, la parola d’ordine per resistere sembra essere “diversificazione”: «È chiaro che si stanno cercando delle alternative», commenta Michele Nenz della Coldiretti, «con scelte legate soprattutto al turismo e al marketing territoriale. E alcuni hanno diversificato anche la stessa attività lattiero-casearia, puntando per esempio alle capre o alle pecore». Autori di questa diversificazione sono i giovani che hanno deciso di aprire un’azienda agricola. «In un contesto di crisi, il lato positivo è dato proprio dalla presenza di giovani, tra cui diversi laureati e diplomati, che hanno deciso, non solo in Valbelluna ma anche nella parte alta della provincia, di dedicarsi all’agricoltura. Non considerandola, dunque, un’attività “povera”», mette in evidenza Dal Paos che, insieme a Flavio Zeni, direttore Avepa, ricorda che sono una sessantina i giovani che hanno usufruito dei finanziamenti elargiti dal bando, da poco conclusosi, del Psr. «L’attività agricola», evidenzia Dal Paos, «è fondamentale per garantire la manutenzione del territorio».
E su questo ruolo strategico, di salvaguardia e mantenimento di un paesaggio aperto e fruibile, si concentrerà Agrimont. «Una grande vetrina della nostra agricoltura di montagna, che tutti dovremmo valorizzare», fa presente Giorgio Balzan, presidente di Longarone Fiere, ente che organizza la rassegna che coprirà due fine settimana, il 2 e 3 aprile e dall’8 al 10. Il taglio del nastro sabato, con una cerimonia alle 11.45 e che vedrà presenti, tra gli altri, Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli Affari regionali. «Ad Agrimont», continua Balzan, «non mancherà un’ampia rappresentazione delle principali aziende di prodotti, macchine e attrezzature per l’agricoltura. Spazio particolare ai prodotti agroalimentari tipici, oltre che alla zootecnia, con la tradizionale rassegna delle diverse razze di bovini, ovini ed equini organizzata dall’Arav». Ma non solo: nel ricco programma sono inseriti più di 21 incontri, tra convegni e dimostrazioni. «In vetrina verranno messe anche alcune filiere che, un tempo tipiche del nostro territorio, sono poi scomparse, ma che ora si sta cercando di recuperare», spiega Tiziana Penco di Longarone Fiere. «Si tratta di quella della canapa, a cui, il 9 aprile alle 15, è dedicato un convegno, e della gelsibachicoltura, della quale si parlerà il 9 aprile». Filiera ormai consolidata quella del fagiolo di Lamon: sabato alle 15 il Consorzio per la tutela illustrerà il progetto di sperimentazione per la ricerca di resistenze, volte alla produzione di piante in grado di produrre anticorpi che combattano i virus.
Martina Reolon
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