Aiuti a bar e botteghe: 1,4 milioni per il Bellunese, ecco chi prende i contributi

BELLUNO. Agli imprenditori non manca il coraggio di investire, ma in tempi difficili come quelli che il Paese sta vivendo è fondamentale che si sentano affiancati dalle istituzioni. Il bando dedicato ai negozi di vicinato, promosso dalla Provincia e finanziato anche dal Fondo Comuni di confine, va proprio in questa direzione. «Si tratta di un intervento per venire incontro alle nostre piccole realtà, che svolgono un ruolo fondamentale di presidio territoriale», evidenzia il presidente della provincia, Roberto Padrin, presentando i risultati del bando.
Giunto alla seconda edizione, sul piatto c’erano contributi per 1.430.000 euro (930 mila euro a carico del Fondo Comuni di confine e 500 mila coperti da Palazzo Piloni). Sono arrivate 79 domande, quattro non sono state ammesse. Delle 75 rimanenti, sessantacinque sono state finanziate.
Tre gli interventi che sfiorano il massimo dell’importo ammissibile (200 mila euro). Trenta degli altri progetti hanno un importo fra due e diecimila euro, tredici prevedono interventi per ventimila euro, dieci per importi fra 20 e 40 mila euro e dodici lavori che superano i 40 mila euro. Richieste, dunque, che coprono un ampio spettro: si va dall’acquisto di macchinari e attrezzature al rinnovo degli arredi, fino all’ampliamento delle attività e dei servizi forniti a clienti e ospiti.
Hanno partecipato attività con sede in tutto il territorio provinciale, dal Comelico all’Agordino, dal Cadore all’Alpago, dalla Valbelluna al Feltrino allo Zoldano. «Anche nei Comuni che soffrono per lo spopolamento ci sono imprenditori che grazie a questa opportunità hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, decidendo di investire per migliorare le loro attività», rimarca Luca Dal Poz, direttore di Ascom, che ha fornito supporto tecnico come la Camera di Commercio.
La moria delle attività è un dato con cui bisogna fare i conti. In dieci anni, ha ricordato Dal Poz, si sono perse 547 imprese del mondo del commercio. «Hanno sofferto in particolare le sedi locali d’impresa, mentre sono leggermente aumentate le filiali. Segno che il nostro territorio mostra ancora un po’ di attrattività, ma le imprese chiuse sono tante».
E a chi resiste bisogna dare una prospettiva, un sostegno. Non solo per le spese di investimento, «ma anche per quelle correnti, perché lo sappiamo che fare impresa in montagna comporta costi superiori rispetto a lavorare in pianura», aggiunge Dal Poz, rivolgendo un appello a Roger De Menech affinché il Fondo Comuni di Confine intervenga anche su questo aspetto.
«È una battaglia da continuare assolutamente», assicura il presidente del Fondo Fcc. Proprio grazie al Fondo, «la provincia di Belluno è una delle poche realtà che riescono a costruire politiche territoriali. Il Fondo sta diventando sempre più territoriale e questo è un aspetto molto importante».
Quest’anno hanno potuto partecipare al bando le attività di tutta la provincia. «È stata una scelta precisa quella di allargare l’azione anche ai Comuni non di confine o di seconda fascia», spiega la consigliera provinciale Serenella Bogana. «L’intero territorio provinciale soffre delle stesse difficoltà. E i risultati del bando mostrano la voglia di investire e la resilienza delle attività, che hanno però bisogno di continuare a sentire il sostegno delle istituzioni».
E se le istituzioni collaborano, conclude il presidente della Camera di Commercio Mario Pozza, i risultati non possono che essere positivi. Per il territorio e per gli imprenditori che vogliono dare un futuro alle loro attività. —
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