Al Bandalarga cafè di Feltre è di scena Giorgio Montanini

Questa sera lo spettacolo dell’attore marchigiano «comico satirico» Ingresso vietato ai minorenni: «Il palco è la mia vita ma mi piace anche la tv»
Di Francesca Valente

FELTRE. “Comico satirico” per definizione, «un poveraccio che sale sul palco per esorcizzare il suo abisso quotidiano» per precisazione.

A Giorgio Montanini, attore da botteghino e da televisione nato marchigiano 37 anni fa, piace raccontarsi così: una personalità complessa, dallo sguardo proiettato su una realtà infelice, «senza tante rose e fiori», da affrontare con sarcasmo, «altrimenti sarei un tossico o un alcolizzato».

Scherza Montanini, lo fa spesso e senza troppa fantasia, convinto com'è che l'uomo, «per sua conformazione genetica», non possa essere totalmente felice ma condannato a cogliere continuamente «brandelli quotidiani» di uno stato d'animo destinato a durare poco. Un secondo, un minuto, un'ora e poco più, come lo spettacolo che metterà in scena stasera al Bandalarga cafè di Feltre.

«Racconto ciò che il pubblico non può dire. Chi ride durante i miei monologhi lo fa perché vi si riconosce. Non serve nessuna sensibilità particolare, basta essere consapevoli dei propri limiti e delle proprie miserie: se uno ci riesce, vuol dire che ha capito quanto questa vita sia difettosa per tutti e che essere felici è un'utopia, perché significa che ti stai nascondendo qualcosa».

La definizione di satira ha qualcosa a che vedere con la gnoseologia: «Il satirico è una persona sincera, che non mente al pubblico, cosa che invece i comici televisivi classici fanno. Se posso definirmi un cinico? Dicono che sia colui che guarda il mondo con gli occhi della realtà».

Sarcastico per natura, Montanini è diventato comico per vocazione: «Era quello che volevo fare ma in Italia conoscevo solo Luttazzi, che poi ho scoperto ispirarsi agli americani. Non sapevo davvero sbattere la testa, visto che il mondo della comicità orbitava tutto attorno a Zelig e a Colorado. Poi fortunatamente ho conosciuto Filippo Giardina (ideatore del progetto Satiriasi, ndr)».

Ormai anche in Italia si sta iniziando ad apprezzare questo tipo di comicità tagliente, fredda, dissacrante: «Non ci sono tormentoni, il comico sale sul palco per portarci il proprio vissuto. Il mio spettacolo è volgarissimo, è strutturato per scatenare emozioni».

Per questo stasera l'ingresso è vietato ai minori di 18 anni. «Amo il palco perché è la mia vita, ma mi piace anche la tv, nonostante la stia usando più come mezzo per farmi conoscere». La libertà di espressione però, almeno sul piccolo schermo, è un'altra utopia: «Ogni trasmissione ha un regolamento a sé: “Ballarò” ha un livello di censura altissimo, più che di “Nemico Pubblico”, che per la Rai 3 è già tantissimo: per la tv pubblica ho fatto una specie di miracolo. Su Sky invece siamo liberissimi di dire tutto quello che vogliamo, quasi come in live. Sono convinto che si facciano più problemi quelli che decidono cosa farci dire, piuttosto che chi ci ascolta. Un po' di censura è giusta, dal momento che con la tv entri nelle case di tutti e devi saperlo fare con garbo, mentre nei live è il pubblico a sceglierti. In Italia penso che ce ne sia ancora troppa».

A teatro non si può fare zapping, tutt'al più alzare un po' la voce: «La satira per sua natura divide, non potrà mai mettere d'accordo tutti».

Ad attendere Montanini c'è un bel 2015 pieno di impegni: «A maggio ricomincia Nemico Pubblico, dove ci saranno anche Giardina con Francesco De Carlo. Il 3 aprile uscirà un film con John Turturro, in cui ho fatto una piccola parte molto divertente. A dicembre pubblicherò il mio primo libro, dove parlo di me e della mia vita in chiave romanzata». Per rivederlo in tv bisogna pazientare ancora un po'. Dal vivo invece no: il biglietto dello spettacolo di domenica costa 15 euro, inclusa una consumazione.

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