Al Larin chiuso, turisti scrivono al sindaco
SAN VITO. La chiusura del rifugio Larin reca danno al Comune di San Vito. Lo segnalano addirittura i turisti. Il rifugio, di proprietà del Comune, si trova a 1.213 metri, sopra la frazione di Serdes. Si raggiunge a piedi o in auto e per questa estate è chiuso. Tre coppie di turisti romani, giunti al Larin e trovatolo chiuso, hanno scritto una lettera al sindaco Franco De Bon, sottolineando il danno d’immagine, a fini turistici, che la chiusura comporta.
«Ci permettiamo di segnalare il danno che vi reca la chiusura del rifugio Larin», scrivono i turisti, «proprietà del Comune, dato in gestione ad onere incongruo rispetto ai soli ricavi estivi e bisognoso di sostanziali restauri, è finito appunto a porte chiuse. San Vito ha così perduto un pezzetto significativo della propria storia. In parecchi casi e con reciproca soddisfazione, gli enti pubblici concedono l’uso per alcuni anni in cambio degli oneri per il restauro. È soltanto un suggerimento, dettato dall’ammirazione per questa terra, volendo non perdere del tutto il Larin ora abbandonato al progressivo degrado».
Pronta la risposta del sindaco De Bon, che sottolinea come l’augurio unanime sia di riuscire a riaprire presto il rifugio. «Siamo per primi consapevoli del valore turistico ed economico rappresentato dal rifugio Larin», dichiara il primo cittadino, «e della perdita finanziaria conseguente alla sua chiusura. La pratica complessa della gestione del rifugio è stata ereditata dalla nostra amministrazione e stiamo cercando, anche tramite la consulenza di un legale, la migliore soluzione all’interno del quadro normativo di riferimento. Appena riusciremo a definire la questione inerente il vecchio contratto di gestione, riassegneremo il rifugio affinché resti aperto e torni ad essere un punto di ritrovo per turisti ma anche per i valligiani». (a.s.)
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