Al Palaghiaccio addio al fotovoltaico: progetto stralciato

La consigliera Forlin della Lega: «La giunta ha impiegato tre anni per accorgersi che l’impianto è orientato a nord»

FELTRE

«A quasi tre anni di distanza dalla delibera di giunta relativa agli interventi sul palaghiaccio Drio le Rive, l’amministrazione comunale stralcia il progetto di impianto fotovoltaico da realizzare sul tetto perché l’impianto sportivo è tutto a nord e di fatto resta sempre in ombra. Mi chiedo se all’epoca dell’approvazione dello studio di fattibilità la giunta pensasse che il palaghiaccio fosse in un altro posto. Sembra quasi una barzelletta. In ogni caso, a posteriori, non possiamo fare altro che classificare questo passaggio una scelta poco oculata e superficiale».

La leghista Nadia Forlin ha ricevuto pochi giorni fa la risposta scritta da parte dell’amministrazione comunale riguardo la sua interrogazione dedicata al palaghiaccio dello scorso 7 settembre e si dice «non soddisfatta e addirittura stupita delle risposte ricevute».

L’impianto sta attraversando un momento di trasformazione epocale con una serie di interventi per renderlo di nuovo efficiente e al passo coi tempi, circostanza che va a braccetto con un’altra storica novità, ovvero il passaggio di consegne, ancorché avvelenato da polemiche e una coda giudiziaria tra la Cooperativa Feltreghiaccio e la Cooperativa Elementa. Quest’ultima si è aggiudicata il bando e prenderà in carico il “Drio le Rive” non appena saranno terminati i lavori che riguardano il tetto, l’illuminazione a led, le uscite di sicurezza e le balaustre. Con il ritardo accumulato l’obiettivo è aprire per Natale.

In questo quadro, Forlin aveva posto delle domande a cominciare proprio dall’impianto fotovoltaico e il rifacimento del blocco degli spogliatoi per le squadre di hockey, opere che non rientrano nell’attuale cantiere: nella risposta, il sindaco Perenzin spiega che è stato deciso di non dare seguito all’impianto fotovoltaico e che per il resto «verificata l’effettiva disponibilità economica residua si avvierà la progettazione dell’ampliamento per verificarne nel dettaglio la fattibilità tecnica ed economica». Una risposta che spinge Forlin ad auspicare che «si trovi la copertura finanziaria per costruire il blocco spogliatoi e servizi igienici con una ristrutturazione sull’esistente». Nella sua risposta il sindaco ha confermato che una volta terminato questo blocco di interventi di adeguamento «l’impianto sarà consegnato al gestore e gli eventuali lavori di ampliamento non impediranno l’utilizzo dell’impianto né la sua ordinaria gestione».

Forlin, poi solleva la questione dell’assenza del Cis, il Certificato di idoneità statica scaduto due anni fa e non più rinnovato. Una situazione, tra l’altro, di cui il consiglio comunale era all’oscuro. Nella risposta, Perenzin ha spiegato che «non rientra tra i compiti dell’amministrazione informare il consiglio comunale dell’andamento dell’iter tecnico delle opere in fase di esecuzione. La dirigente competente si era adoperata per il rinnovo del Certificato contattando il progettista originario, l’ingegner Ludovico De Lotto, che, fatti i dovuti approfondimenti, concludeva che per un edificio come il palaghiaccio, definito rilevante dalla Regione Veneto, non ci si potesse accontentare del Cis, ma che fosse necessario prima effettuare la verifica di vulnerabilità sismica e poi, una volta terminati i lavori, il Cis. Pertanto la stessa ha poi provveduto all’affidamento dell’incarico per le verifiche di vulnerabilità e il certificato di idoneità statica, che però verrà emesso alla fine dei lavori strutturali in corso di esecuzione che ne avrebbero comunque determinato un nuovo rilascio».

Su questo punto Forlin commenta: «Si sa che le opere in fase di esecuzione sono sprovviste del Cis fino alla fase del collaudo e solo dopo viene rilasciato e l’intervento risponde ai parametri previsti. Cosa diversa è invece per le strutture già esistenti e non interessate all’epoca, nel nostro caso il palaghiaccio, di alcun intervento. Si può affermare che in questi due anni siamo stati fortunati visto che non si sono verificati cedimenti della struttura. Se fossero sorte problematiche il consiglio comunale sarebbe stato chiamato a risponderne in toto e comunque poteva essere informata almeno la Seconda commissione». —

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