Al Pronto soccorso un ambulatorio per i codici bianchi
BELLUNO. Un ambulatorio per i codici bianchi al Pronto soccorso. La lotta contro gli accessi impropri coinvolge anche le guardie mediche territoriali. Nelle settimane scorse, infatti, è stato siglato dai sindacati di categoria e dalla direzione dell’Usl 1 il “patto-contratto” della durata di un anno, che prevede un ampliamento dell’attività delle guardie mediche a supporto della medicina ospedaliera. Un ampliamento che costerà all’azienda sanitaria 349.100 euro.
L’ambulatorio dei codici bianchi, già attivo al Santa Maria del Prato di Feltre, partirà a giugno al Pronto soccorso di Belluno e nel Punto di primo intervento di Cortina. «Si tratta di un ambulatorio chiamato a gestire quei pazienti che, in sede di triage, sono classificati come codici bianchi», precisa Maria Lusia Calabrò, segretaria provinciale della Fimmg dei medici di continuità assistenziale e responsabile della sede di Cadola delle guardie mediche.
Il servizio sarà svolto dalle guardie mediche in aggiunta ai loro turni sul territorio e sarà su base volontaria. «Per ora si partirà con l’accesso al Pronto soccorso nei prefestivi dalle 14 alle 20 e nei festivi dalle 8 alle 20», sottolinea Calabrò. I medici che aderiranno dovranno dare la loro disponibilità per coprire sia il distretto di Belluno che quello di Feltre. Per questa attività percepiranno 32 euro per ogni ora di servizio prestato. A organizzare i turni di servizi sarà un medico coordinatore del servizio di continuità assistenziale, che percepirà un compenso mensile di 150 euro. «Credo che sia una cosa positiva per quei medici che intendono rimpinguare il loro stipendio», sottolinea la segretaria della Fimmg del comparto.
Ma le loro attività non finiranno qui. «Ci verrà anche chiesto di assicurare le prestazioni non differibili a favore di pazienti terminali o per l’assistenza domiciliare medica su segnalazione del medico curante. Dovremo seguire anche i pazienti segnalati dalle attività infermieristiche domiciliari o dalla Centrale operativa territoriale dalle 7 alle 8 e dalle 20 alle 21». Nel caso di malati presi in carico dal nucleo Cure palliative, le guardie mediche concorderanno le azioni da intraprendere con lo specialista che sarà rintracciabile via telefono.
Nelle giornate di assenza del medico di famiglia nelle case di riposo, poi, toccherà alla guardia medica telefonare per informarsi sulle condizioni dei pazienti e, se necessario, andare direttamente nella struttura stessa. «Dovremo essere disponibili per eventuali richieste diurne nelle case di riposo in assenza del medico di base», prosegue Calabrò.
Uno dei compiti delle guardie mediche sarà quello di contenere il tasso di ospedalizzazione. E in questo caso i medici della continuità assistenziale saranno valutati in base ai dati forniti dal Pronto soccorso. «Saremo muniti di tutta l’attrezzatura necessaria per fare piccoli interventi, tipo una flebo per evitare il ricovero. Lo scopo è quello di ridurre il più possibile l’accesso all’ospedale, prevenire condizioni critiche e curare a domicilio il paziente».
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