Al San Martino arriva l’analisi molecolare per i tumori al seno

Grazie al contributo Ail, sarà studiato il linfonodo sentinella con il sistema Osna già durante l’intervento chirurgico. Una procedura molecolare in grado di riconoscere il tumore del linfonodo sentinella durante l’intervento chirurgico di asportazione dello stesso. Rispetto ai sistemi tradizionali, la tecnica è più affidabile ma anche più rapida, permettendo l’analisi contemporanea di ben quattro linfonodi in meno di 45 minuti.

BELLUNO. Novità in vista per le donne colpite dal tumore alla mammella. L’Usl 1, infatti, ha deciso, anche sotto la spinta della società civile e con il contributo prezioso dell’Ail provinciale guidata da Carmen Mione, di dotarsi del metodo Osna, una procedura molecolare in grado di riconoscere il tumore del linfonodo sentinella durante l’intervento chirurgico di asportazione dello stesso. La tecnica, infatti, rispetto ai sistemi tradizionali, è più affidabile ma anche più rapida, permettendo l’analisi contemporanea di ben quattro linfonodi in meno di 45 minuti.

Entro aprile il sistema sarà operativo e «questo pone l’Usl 1 ai livelli di tutte le altre strutture sanitarie italiane e straniere», precisa il direttore generale Pietro Paolo Faronato.

Come funziona l’Osna. La spinta all’acquisto dell’Osna, che costa 70 mila euro l’anno (di cui 40 mila saranno messi dall’Associazione contro le leucemie «grazie al 5 per mille», come ha precisato la presidente), è venuta in particolar modo da un medico del pronto soccorso del San Martino, Cristina Triches, colpita lei stessa dalla malattia: «Ho capito l’importanza di questo metodo e ne ho parlato con la chirurgo-senologa Laura Reolon, così ci siamo attivate per utilizzarlo anche qui», spiega la dottoressa Triches. Soddisfatti anche il direttore della chirurgia Fabio Ricagna e dell’anatomia patologica, Paolo Iuzzolino.

«Attualmente l’esame del linfonodo sentinella viene eseguito dopo l’intervento», spiega Reolon, «e serve una settimana per avere l’esito dall’anatomia patologica. In questo tempo la paziente resta in una terribile attesa, consapevole che se il risultato sarà positivo, dovrà sottoporsi a un secondo intervento. Con questo sistema, invece, l’esame sarà eseguito quasi in contemporanea con l’asportazione del linfonodo e in tempo breve, il chirurgo potrà intervenire in un’unica seduta operatoria».

I dati. «Ogni anno ci sono circa 180 nuovi casi di cancro alla mammella», precisa l’anatomopatologo Ettore Macrì, «e sono 70 le donne sottoposte all’analisi del linfonodo. Di queste, oggi, una ventina vengono richiamate a distanza di una settimana per essere operate una seconda volta. Ed è un numero notevole. Con l’Osna si completa un percorso che funziona già bene, che è quello della senologia», conclude Macrì.

Il mammografo tridimensionale. La senologia è gestita tramite un percorso multidisciplinare che comprende un’équipe composta da chirurghi, anatomopatologi, oncologi, radioterapisti ed altri. «Il nostro intento è quello di rendere meno pesante il percorso di cura delle donne malate di tumore», dice anche il direttore sanitario, Tiziano Martello, che annuncia a breve anche l’acquisizione di un mammografo tridimensionale per evidenziare eventuali tumori anche «in presenza di seno “denso”, in cui è difficile decifrare un cancro. L’acquisto di questa apparecchiatura sarà possibile grazie anche ai fondi che saranno raccolti domenica durante la pedonata “Il vento tra i capelli”. A questo si aggiunge il fatto che il nostro screening mammografico inizia a 40 anni e non dai 50 come nel resto del Veneto. Lo scopo è veder riconosciuta una “best unit”, un modello organizzativo e un’équipe medica di eccellenza che abbraccia l’intera provincia, quindi anche il Feltrino». «Vogliamo estendere questo percorso», conclude Faronato, «alla cura di altri tumori».

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