Alberi schiantati, la Regione detta i tempi di intervento per ripulire i boschi

Ad Alleghe l’incontro con i primi cittadini dell’Agordino.  Entro dieci giorni vanno comunicate le modalità d’azione

AGORDO

Come gestire la raccolta e la vendita del legname schiantato durante l’alluvione di fine ottobre. Perché non c’è tempo da perdere. Di questo si è parlato ieri mattina in un incontro organizzato ad Alleghe con i funzionari regionali, i Servizi forestali, Avepa e i sindaci del territorio agordino. Nel corso del confronto la Regione ha precisato come l’opera di eliminazione degli alberi schiantati debba essere fatta al più presto per evitare il propagarsi di malattie come il bostrico. I funzionari veneti hanno presentato le varie possibilità di intervento dove soggetto attuatore può essere la Regione stessa, tramite il suo braccio operativo che è Avepa, oppure possono essere i singoli comuni ciascuno per il proprio territorio, oppure ancora i comuni possono pensare a forme di coordinamento, magari tramite l’Unione montana che si prenda carico questa gestione. Gestione che in molti casi non sarà così semplice visto che ci sono zone che non erano accessibili prima dell’alluvione e che ora potrebbero essere ancora di più isolate.

«La situazione è complessa», commenta Leandro Grones, sindaco di Livinallongo. «Anche perché ogni territorio ha tipologie di bosco diverse: ci sono aree boscate accessibili e molto redditizie, altre inaccessibili e poco produttive e altre sempre inaccessibili ma con presenza di schegge della Grande guerra, ed aree che fungevano da protezione per le strade e per il paese. La questione è molto delicata, per cui serve coordinamento e decisionismo. Siamo di fronte ad una sfida di responsabilità per tutti. Inoltre si potrebbe pensare di utilizzare questi spazi come aree naturalistiche senza vincoli per le scolaresche».

A Rocca Pietore, ad oggi, si parla di 600 mila piante schiantate da recuperare. «Non è uno scherzo», precisa il primo cittadino, Andrea De Bernardin, «dobbiamo capire fino a che punto possiamo arrivare. Ma siamo forti e tenaci e anche in questo campo faremo quello che è umanamente possibile».

Tutti, però, concordano che l’impresa non sarà facile. E intanto si avvicina l’inverno e tutti si augurano che la neve non sia troppo abbondante, altrimenti al momento del disgelo le conseguenze saranno più gravi e pericolose per la viabilità. Infatti dai pendi in primavera potrebbero scendere piante che si porteranno dietro anche rocce strappate con le radici, con pericolo per la circolazione e l’incolumità delle persone. Per questo Veneto Strade si impegnerà nella pulizia dei paramassi e paravalanghe lungo le strade, per contenere la discesa di una quantità abbondante di materiale roccioso e boschivo.

«Come comuni dobbiamo capire come vogliamo muoverci, anche perché alcuni boschi sono di proprietà di privati, o sono delle Regole. Quindi sono tanti i soggetti da mettere insieme», precisa a sua volta il sindaco di Taibon, Silvia Tormen. «Come ci hanno spiegato anche i funzionari regionali, essere tutti uniti non potrà che portare dei benefici, quando si andranno a fare le convenzioni per la gestione e la vendita del legname: più legname c’è, più c’è possibilità di guadagnare dalla vendita. Se ogni comune dovesse operare da solo il ricavo e le difficoltà sarebbero maggiori».

Si tratta di valutazioni che dovranno essere fatte dai comuni «la settimana prossima quando sarà riunita l’Unione montana agordina e in quell’occasione discuteremo il da farsi», sottolinea il primo cittadino di Alleghe nonché vice presidente dell’Um, Siro De Biasio. «La Regione ci ha dato 10 giorni di tempo per decidere cosa fare, quindi i tempi sono stretti», dice De Biasio che aggiunge: «Nell’ordinanza di intervento intanto è stato tolto l’obbligo a ripiantare gli alberi una volta fatta pulizia, anche in considerazione che i boschi si riproducono da soli». —


 

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