Albertini, annunciati 180 esuberi nel gruppo
QUERO VAS. Non si mette per niente bene per l’Albertini Cesare spa (ex Form) che, contrariamente alle previsioni dello scorso anno, annuncia un 2017 critico e un 2018 peggiorativo, tanto che si parla di tagliare 180 posti di lavoro, passando dai 450 dipendenti attuali tra i vari stabilimenti italiani a solo 270.
Sono prospettive molto preoccupanti per la fabbrica di Quero Vas che conta ad oggi 80 lavoratori (all’inizio erano 120). «I volumi sono diminuiti rispetto alle aspettative», spiega Paolo Agnolazza della Fim Cisl, «e la cosa che ci inquieta è che gli ammortizzatori sociali scadranno definitivamente quest’anno. Dispiace molto che uno stabilimento che sta lavorando, come quello feltrino, possa avere delle ripercussioni negative. Per questo, come sindacati, speriamo venga concesso un incontro urgente al ministero dello Sviluppo economico. Ministero che già all’inizio si era pronunciato non positivamente nei confronti dell’Albertini Cesare e del suo piano di rilancio che prevedeva il mantenimento della piena occupazione, senza però alcun tipo di investimento. Ma ad oggi non abbiamo ancora visto nulla».
La situazione è precipitata alla fine del 2016 quando nella riunione svoltasi in Lombardia è stato sollevato il problema occupazionale. «A Quero Vas le tensioni finanziarie, che si erano avute l’anno scorso, sono migliorate: i lavoratori stanno percependo stipendi e buoni pasti, ma la situazione resta tesa. Il problema», precisa ancora il sindacalista, «è che l’azienda non ha intenzione di spacchettare i vari siti produttivi: quello feltrino, di Turate e di Villasanta. Da quanto ci ha fatto capire o si salva l’intera società o cade l’intera società. Se avessero acconsentito ad attivare la mobilità volontaria incentivata nel settembre 2016, qualche lavoratore avrebbe potuto uscire, invece non hanno voluto dare alcuna indennità».
L’unica via che resta alle parti sociali è quindi quella di chiedere al ministero di attivare il fondo straordinario, che prevede la possibilità di andare oltre i 24 mesi di cassa straordinaria, cassa che peraltro alla fabbrica di Quero Vas è stata utilizzata pochissimo.
«Siamo preoccupati», conclude Paolo Agnolazza, «per i dipendenti di Quero Vas, ma anche e soprattutto per i colleghi lombardi che sono il maggior numero e dove sicuramente andranno a incidere di più i tagli decisi. Speriamo che il ministero ci chiami presto per definire la situazione».
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