Albertini, è allarme ma Ferroli e Wanbao non stanno meglio

A Quero Vas la situazione si sta facendo molto pesante. «Senza un piano di rilancio, l’occupazione è a rischio»

BELLUNO. Non versa in ottime condizioni il settore metalmeccanico bellunese. A parte qualche azienda che, nonostante la crisi è riuscita non solo a resistere, ma anche a fare investimenti di un certo peso e ad assumere, per molte altre le difficoltà restano. E in alcuni casi sono gravi. «Una piccola ripresa si era vista alla fine del 2015», commenta Bruno Deola, segretario della Fim Cisl, «ma nei primi mesi del 2016 la situazione è un po’ in stallo, c’è un rallentamento».

A destare preoccupazione in questi mesi è soprattutto la situazione economico-produttiva del Feltrino, con gli stabilimenti della ex Form ed ex Ferroli che navigano in acque tutt’altro che tranquille.

Ex Form di Quero Vas. Dopo la decisione di dividere i lavoratori dello stabilimento di Cormano tra le sedi di Turate e Villasanta, sono emersi problemi per il futuro degli ammortizzatori sociali. «La questione», precisa Luca Zuccolotto, segretario della Fiom Cgil, «è che con questa distribuzione di personale saltano i numeri per i quali il ministero aveva assegnato gli ammortizzatori sociali, cioè la cassa straordinaria. A questo punto la soluzione è una sola: o la nuova proprietà, cioè Albertini Cesare spa, presenta un nuovo piano di rilancio che preveda anche il riassorbimento dei 200 esuberi complessivi per tutto il gruppo, o la situazione si fa critica».

«Anche perché», prosegue Zuccolotto, «da alcuni mesi sono in corso delle ispezioni ministeriali nelle varie fabbriche, per verificare che gli accordi presi a Roma tra le parti siano rispettati. Se non dovesse essere così, c’è il rischio che l’ammortizzatore sociale venga ritirato e che tocchi alla proprietà pagare quanto dovuto ai lavoratori. Una situazione che metterebbe in gravi difficoltà finanziaria la società».

Intanto, però, «è stato recuperato un importante cliente statunitense», anticipa Paolo Agnolazza della Fim Cisl, «ma temiamo che i pochi volumi possano dare origine a un buco produttivo da cui poi sarà dura riprendersi».

Ferroli di Alano. Per quanto riguarda la ex Ferroli, dopo la nomina del nuovo amministratore delegato la settimana scorsa, si attende ora di conoscere il piano di rilancio. «Da quanto sappiamo il nuovo ad dovrebbe fare il giro di tutti gli stabilimenti nelle prossime settimane; speriamo di poterlo incontrare e di conoscere così il piano». Resta ancora da fissare la data del tavolo regionale per discutere di questa realtà in crisi.

Wanbao Acc di Mel. «Si sta facendo di tutto per recuperare i volumi in questa fabbrica», dicono Zuccolotto, Deola e anche Luciano Zaurito della Uilm. «Per fortuna siamo coperti dalla cassa straordinaria fino a febbraio 2017, poi resterà la solidarietà, ma la speranza è che nel frattempo qualcosa si muova». «Peccato, però, che le istituzioni locali, Confindustria in primis, non vogliano cogliere», conclude Zuccolotto, «l’opportunità di realizzare il famoso polo del freddo, utilizzando così le professionalità di Wanbao».

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