Albertini, salari in ritardo e ore di cassa in aumento
QUERO VAS. Posticipo del pagamento degli stipendi, difficoltà negli approvvigionamenti della materia prima e aumento della cassa integrazione.
Le novità all’ex Form ora Albertini di Quero Vas non entusiasmano i lavoratori nè i sindacati di categoria.
A distanza di due settimane dallo sciopero che era stato indetto per cercare di sbloccare questa situazione, i risultati sperati non sono per nulla arrivati. E nello stabilimento feltrino si continua a vivere con tensione e ansia.
«Fuori nella bacheca dello stabilimento di Quero Vas», spiega Paolo Agnolazza della Fim Cisl di Belluno Treviso, «la proprietà ha messo un cartello in cui avvisa che non potrà più pagare gli stipendi entro i primi giorni del mese, come avveniva prima, ma dopo le rimostranze che abbiamo avanzato nei giorni scorsi siamo riusciti a far slittare solo di una settimana i pagamenti».
Ma c’è un’altra cosa che preoccupa molto i dipendenti e i sindacati. «A fronte del fatto che sono saltati alcuni approvvigionamenti di materia prima, cioè l’alluminio, la ditta ha comunicato di voler aumentare i giorni di cassa integrazione. Questi problemi si stanno verificando sempre più spesso», prosegue Agnolazza, «e questo ci fa preoccupare non poco».
«Qualche lavoratore», dice Luca Zuccolotto segretario della Fiom Cgil, «è stato messo in cassa a zero ore, mentre si è applicata la cassa integrazione collettiva. Per cui, alla fine, lo stabilimento chiude completamente un giorno a settimana».
Agnolazza anticipa poi che a breve dovrebbe esserci l’incontro al Ministero dello sviluppo economico con la partecipazione anche del Ministero del lavoro perché «l’azienda sarebbe intenzionata a chiedere una revisione degli accordi sulla cassa integrazione che scade a settembre. Ad oggi, infatti, è previsto un utilizzo massimo di questo ammortizzatore fino al 20%, cioè un giorno a settimana». L’Albertini di Quero Vas resta quindi una sorvegliata speciale e non è escluso che i sindacati possano mettere in atto qualche altra azione per far sentire la voce dei lavoratori. (p.d.a.)
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