Albertini, si cercano volontari per la mobilità incentivata

Quero Vas. Siglato ieri a Milano un impegno tra sindacati e società per far uscire i lavoratori Secondo il piano aziendale sarebbero almeno 150 gli esuberi. Per chi resta si pensa alla solidarietà
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- quero- ex form ora albertini spa
gian paolo perona- perona- quero- ex form ora albertini spa

QUERO VAS. È stata dura, ma alla fine ieri, nell’incontro con i vertici di Albertini Cesare spa e le rappresentanze sindacali di categoria dei tre stabilimenti (Quero, Turate e Villasanta) dell’ex Form, si è riusciti a strappare un impegno che sarà portato all’attenzione del ministero dello Sviluppo economico il 9 giugno.

L’azienda, contrariamente a quanto si pensava, non ha ritirato il piano aziendale che era stato presentato ancora alcuni mesi fa a Roma e nel quale si parlava di almeno 150 esuberi complessivi nelle tre fabbriche. Di fronte a questo piano i sindacati hanno lavorato per riuscire a strappare il miglior compromesso possibile, salvaguardando al massimo i posti di lavoro.

«Abbiamo sottoscritto un impegno», racconta Luca Zuccolotto, segretario della Fiom Cgil bellunese, presente per perorare la causa dello stabilimento feltrino, «dove sono state poste delle regole per incentivare le dimissioni volontarie dei lavoratori. Entro il 15 giugno, tra Turate, Villasanta e Quero, dovremmo trovare i dipendenti sparsi che siano intenzionati a lasciare il loro posto per poter aprire al più presto la mobilità. Per chi deciderà di andarsene via, l’azienda ha messo sul piatto una serie di incentivi: 15 mila euro andranno a chi uscirà non avendo l’età pensionabile, 8 mila a chi, invece, nel periodo della mobilità potrà andare in pensione».

Resterà poi da capire cosa succederà a chi resta in fabbrica. Per loro potrebbero aprirsi due possibilità: da un lato continuare per un altro anno con la cassa integrazione straordinaria, dall’altro aprire invece i contratti di solidarietà con valenza biennale.

«Non vogliamo approfittare degli strumenti di ammortizzazione sociale, ma usarli nel miglior modo possibile. Il nostro scopo», precisa Zuccolotto, «è quello di continuare a far lavorare i lavoratori e far continuare l’attività della società».

Attualmente nel gruppo dell’ex Form lavorano circa 500 persone, 120 dei quali a Quero Vas. Da qualche mese ha chiuso anche lo stabilimento di Cormano e alcuni dei lavoratori che c’erano sono stati smistati tra le altre tre sedi rimaste.

La situazione, quindi, resta abbastanza pesante, anche se a Quero Vas lo stabilimento continua a lavorare senza problemi, malgrado sia stata chiesta la cassa straordinaria, finora utilizzata per poche ore.

«Lunedì avremo le assemblee con i lavoratori», anticipa il segretario della Fiom Cgil. «Faremo presente ai dipendenti del Feltrino l’accordo che abbiamo siglato e ci daremo da fare per trovare chi sia disposto a lasciare il posto di lavoro al più presto».

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