Alimentazione, Coldiretti e scuola insieme
BELLUNO. Lo sapevate che in una mensa scolastica si può arrivare anche a 10 chili di prodotti “sprecati” destinati ad essere buttati? È stato provato in una mensa bellunese. E questo perché spesso i bambini non sono abituati a mangiare di tutto, a diversificare, preferendo magari merendine o le solite patatine fritte. Ma mangiare sano significa non solo diversificare i pasti, ma anche acquisire uno stile di vita adeguato che può allungare la vita.
È questo lo scopo del progetto “Mangio sano corro lontano” messo in campo dall’Usl in collaborazione tra gli altri con l’Ufficio scolastico, la Coldiretti, il Consorzio Bim Piave. «Vogliamo insegnare ai bambini», spiega il presidente di Coldiretti, Silvano Dal Paos, «a mangiare sano, il che significa utilizzare i prodotti di stagione: dai cereali ai legumi agli ortaggi, oltre che la carne o i formaggi e la frutta. E anche facendo assaporare i piatti della tradizione locale. Vogliamo che diventino dei cittadini e consumatori consapevoli ma anche dei cultori di uno stile di vita corretto. E far passare il concetto che tutto fa bene se mangiato nelle giuste proporzioni»
Ed è per questo che sono coinvolte le scuole: l’istituto comprensivo di Pedavena, quello di Mussoi a Belluno e quello di Pieve di Cadore. Per ogni scuola verranno attivati dei percorsi per promuovere una giusta alimentazione coinvolgendo anche le famiglie. Saranno interessate alcune centinaia di alunni.
«Prima di partire con il progetto gli stessi insegnanti aderenti all’iniziativa sono stati formati», precisano dall’Istituto comprensivo di Pedavena, dove le classi dell’infanzia e della primaria a tempo pieno aderiranno al percorso. «I bambini saranno stimolati anche nelle attività motorie oltre che nello sperimentare personalmente cosa significa avere prodotti freschi tramite la gestione di orti didattici ricavati nei giardini scolastici».
A Pieve di Cadore sono state coinvolte tutte le classi della primaria di Valle di Cadore, e le tre classi elementari di Pieve. «Abbiamo già iniziato il percorso a scuola», precisa la docente Miriam Miot, «con la tabulazione della colazione e delle merenda». A scadenze fisse settimanali ogni bambino scrive cosa ha mangiato al mattino e come merenda, mentre su iniziativa degli insegnanti si potranno attivare le cosiddette pause attive, cioè dei break di qualche minuto per far fare un po’ di movimento ai bambini, e stimolare così l’attività intellettiva.
E gli effetti di queste attività si sono già visti: «I bambini stanno portando a scuola merende adeguate anche perché abbiamo istituito delle giornate della frutta, dello yogurt e questo grazie alla collaborazione con le famiglie», dice la maestra. Lo scopo finale è quello di insegnare ai bimbi che la colazione è il momento più importante a livello nutrizionale. Ma senza dimenticare l’attività motoria incentivata tramite l’uso delle scale o dei cosiddetti Piedibus. (p.d.a.)
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