Alimenti “deperiti”: sotto sequestro c’erano pure becchi d’oca e zampe di polli

Le Volanti hanno fermato e controllato il furgone di un’attività cinese. Undici sacchi di merce sono stati distrutti



Insalata e bietola erano accatastate su scaffali arrugginiti, così come becchi di anatra e zampe di gallina, carne e surgelati, alghe e germogli di soia, oltre ad altri prodotti alimentari etnici, cinesi in particolare.

Ma ortaggi e mercanzia non erano destinati a pratiche esoteriche di centri massaggi sopra le righe, bensì a piatti più tradizionali delle nostre tavole: polizia e Usl 1 hanno sequestrato tutto, compreso il furgone di una ditta locale che gestisce un centro vendita in città.

Le Volanti della Polizia, coordinate dal dirigente Michele Natalicchio, erano in strada, un mesetto, fa per tutt’altro: servizi di prevenzione furti e reati contro il patrimonio e sciacallaggio. perchè si era ancora in periodo di postumi da tempesta Vaia.

Non è stato un caso dunque che l’occhio degli operatori della Volante sia caduto su un furgone bianco davvero malmesso: i poliziotti hanno deciso di controllarlo, ma quando hanno visto il carico nel cassone, hanno dovuto chiedere l’intervento dell’Usl, in considerazione dello stato della merce deperibile che veniva trasportata. In parte era già “deperita”. La perquisizione seguita in un’attività commerciale cinese non ha evidenziato problemi analoghi: era tutto a posto.

Tutto sotto sequestro e multa di 2.500 euro per il titolare dell’attività commerciale, risultato anche titolare del furgone condotto da un suo “ufficialmente” dipendente.

«La merce era mal tenuta, trasportata in condizioni pessime e in gran parte senza etichettatura», ha spiegato Oscar Cora, dirigente del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione del dipartimento di prevenzione dell’Usl 1. «Noi in quel periodo stavamo gestendo ancora il problema acqua legato al maltempo dell’anno scorso e abbiamo dovuto attivare anche il settore veterinario per la merce animale che andava esaminata. Abbiamo posto tutto sotto sequestro e iniziato le analisi pezzo per pezzo. Oltre al disordine, siamo incappati subito in un problema di tracciabilità dei prodotti, in temperature non adeguate alla conservazione di particolari prodotti e in scaffali arrugginiti».

Poche le bolle di accompagnamento del carico di merce deperibile destinata probabilmente a qualche ristoratore “etnico” ma anche a privati, secondo quanto emerso finora dalle indagini, che continuano: polizia e Usl, dopo le verifiche sul furgone, hanno stabilito che quel che di tracciabile c’era nei prodotti, proveniva da due depositi: uno in provincia di Padova l’altro in provincia di Rovigo.

Del resto non è dato sapere la provenienza, ignoto soprattutto l’uso dei becchi di oca. «Nouvel food», ironizza Cora, «ma non si capisce a che cosa servissero. Detto questo, abbiamo dovuto distruggere 11 sacchi di merce alti così».

L’unica cosa a posto pare fossero i germogli di soia (made in Italy), le altre merci erano tutte mal conservate: il problema era la temperatura del furgone, come quella di un frigo dove erano state stipate anche cassette di carne congelata o surgelati che devono viaggiare a -15° e per i quali non è stata mantenuta la catena del freddo.

Le sanzioni sono state amministrative ma le indagini non sono finite: «Mille euro per la pulizia del camion», sottolinea il dirigente della polizia Michele Natalicchio, «e 1.500 euro per la mancanza di tracciabilità. La merce etnica non aveva le etichette in italiano, ma c’erano interi scatoloni senza etichettatura. L’attività di accertamento prosegue, intensificheremo i controlli per evitare il replicarsi di queste situazioni». —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi