Alla Casa del Sole raffica di interventi per ospiti e addetti
PONTE NELLE ALPI. Adeguamento degli spogliatoi per dipendenti e terzi, un nuovo accesso alla zona dispensa, risanamento intonaci e tinteggiatura esterni dell’ala “vecchia”, adeguamento estetico dell’obitorio.
Sono soltanto alcuni degli interventi messi in progetto dalla Fondazione Casa del Sole di Ponte nelle Alpi, che dal dal primo gennaio 2016 ha in gestione comparto relativo a centro servizi anziani, centro diurno e assistenza domiciliare.
Se ne è parlato durante il consiglio di amministrazione, riunitosi giovedì scorso per l’approvazione del bilancio consuntivo 2017, che è stato presentato al fondatore promotore, al collegio dei sostenitori e ai partecipanti, unitamente al bilancio di previsione 2018.
Tra le altre opere in progetto ci sono anche l’avvio della sostituzione di 40 letti a movimentazione assistita, la dotazione software e hardware della scheda sanitaria informatizzata, nuovi corsi di aggiornamento del personale, il rilevamento informatizzato del servizio effettivo relativo all’assistenza domiciliare. Ordinato anche un nuovo pulmino.
Daniele Galantin, presidente della Fondazione, ha anche ricordato gli interventi sulla struttura realizzati per migliorare la vivibilità dell’ambiente: rinnovati gli ombreggiatori e gli oscuratori su tutti i serramenti, completato l’arredo della sala da pranzo e rifatto quello dell’infermeria.
Sono inoltre stati acquistati tre nuovi sollevatori e sostituite le vasche per il bagno assistito e le barelle doccia. Nuovo arredo poi per la sala reception e lavori di miglioramento alla saletta e alla zona esterna utilizzati per la pausa dei dipendenti.
La Fondazione Casa del Sole si occupa attualmente di 60 ospiti in casa di riposo (copertura annua 97,33%); 18 nel centro diurno (copertura annua 95%); 60 utenti al mese, per un totale di 4.487 ore all’anno e 8.703 pasti, nell’ambito del servizio di assistenza domiciliare, affidato a una nuova cooperativa.
Il personale dipendente è composto da 32 operatori socio-sanitari, 8 infermieri professionali (che garantiscono il servizio 24 ore su 24), 2 guardarobiere e altrettante animatrici, un assistente sociale, la direttrice, una dipendente amministrativa e un manutentore. Servizi da terzi riguardano mensa, pulizie, fisioterapia, psicologo, logopedista, podologo, parrucchiera. Importante anche l’operato dei volontari, che si occupa di animazione, aiuto ai pasti, trasporti e qualche lavoro di manuntezione.
«Il bilancio 2017, che si è scostato di poco rispetto a quello 2016, si aggira sui 2,6 milioni di euro», spiega Galantin, «che sono coperti per oltre la metà dalle rette degli ospiti e per il resto dai contributi erogati dalla Regione. Il costo maggiore è quello per il personale (1,3 milioni di euro), a cui garantiamo costante aggiornamento professionale tramite corsi».
Attivi anche due gruppi di sostegno per familiari. «Nella ipotetica piramide aziendale il vertice a cui guardare è sempre la cura dell’ospite», continua Galantin, «intesa come dignità, amorevolezza, professionalità, cura delle capacità espressive (a volte solo residue, ma importanti)».
Martina Reolon
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