Alla ricerca degli eroi del “Pavione”, il battaglione fantasma

Alla ricerca del battaglione perduto. È una vera sfida contro il tempo, quella lanciata da Simone 'Salinguerra' Zagagnoni, autore del romanzo “Il battaglione dimenticato”. Il libro, che contiene alcuni disegni realizzati da Marco Ardondi, anch’egli ferrarese come l’autore, narra la storia del XXXVI battaglione, Monte Pavione, costituitosi a Feltre il primo dicembre 1915 e che durante la prima Guerra Mondiale ha fatto parte del 7° Reggimento Alpini, approdando in zona di guerra nel 1916. Composto da tre compagnie, la 148ª e la 149ª, a cui si è aggiunta poi la 95ª tratta dal “Feltre”, il battaglione fantasma fino al novembre 1917 restò a presidio del fronte.
In seguito all’offensiva austro–tedesca sul fronte Giulia, e resosi necessario l’arretramento della nostra linea sull’altopiano dei Sette Comuni, il Pavione fu destinato al massiccio del Grappa. Esso faceva parte del gruppo Sirolli al quale era stato affidato il compito di coprire il ripiegamento della 15ªa divisione. Nella notte del 10 novembre, il battaglione sostò sulla linea di Cima Campo, Col Mangà, Perer e Cima Lan collegandosi a destra col “Val Brenta” e a sinistra, sul fiume omonimo, con altri reparti. Il giorno successivo la pressione avversaria iniziò a delinearsi con piccoli scontri nei pressi di Cima Lan e con ingenti movimenti di truppe segnalati nella conca di Grigno – Tezze; nel pomeriggio il nemico premeva con maggiore insistenza e la pattuglie provenienti da Castel Tesino, da Arina e da Lamon urtarono contro la resistenza del Pavione, che non solo respinse l’avversario, ma gli inflisse gravi perdite prima di ripiegare dopo essere stato quasi annientato, consentendo un arretramento ordinato delle truppe italiane.
L’olocausto del battaglione M.Pavione è consacrato dal bollettino del Comando Supremo e dalla motivazione della medaglia d’argento. Ed è qui che inizia la ricerca di Simone Zagagnoni, il quale sceglie la forma del racconto, in parte autobiografico e ambientato alla fine degli anni 80, per portare alla luce questa vicenda. Un’ispirazione suggeritagli dalle vacanze estive con i nonni nel Tesino e a Cima Campo, dove sono ancora ben visibili i resti della fortezza: «Dopo quella visita al forte iniziai a raccontare la mia scoperta del battaglione e di quegli uomini che nei primi giorni del novembre 1917 fermarono l’avanzata austriaca per alcuni giorni». Non solo, egli oggi si fa promotore della scommessa di ricomporre sulla carta il Pavione attraverso il contributo di quanti sono in grado di dare informazioni sui soldati e gli ufficiali che ne hanno fatto parte.
Sul sito web www.ilbattaglionedimenticato.it è aperta la sfida, un obiettivo a scadenza (mancano poco meno di 700 giorni) che prevede il ritrovamento dei nomi, e possibilmente dei volti, di chi era a Cima Campo in quei giorni di guerra del 1917. «Conosciamo pochissimi nominativi di chi partecipò a quello scontro e di fotografie ne abbiamo ancora meno. Lo scopo di questo lavoro è quello di ridare dignità e riportare alla luce queste persone ormai dimenticate dai più, ma non da noi», spiegano Zagagnoni e i suoi collaboratori, «chiederemo aiuto ad autorità, a ricercatori privati e cittadini per completare questo puzzle così complesso. Confidiamo di portare a termine questa missione e di ricostituire, almeno sulla carta, una fotografia del battaglione Monte Pavione all’11 novembre del 2017». Insomma l'appello è: chi può, collabori.
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