Allarme a Salce: il campo sprofonda

Il presidente Ezio Caldart: «In un’area è sceso di dieci centimetri. Abbiamo già fatto un sopralluogo con una ditta»
Di Attilio de Col
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BELLUNO. Il campo di Salce sta letteralmente sprofondando. È la dirigenza della società della frazione di Belluno che gioca in Terza categoria a lanciare l’allarme per la situazione del terreno di gioco. Si corre il rischio di doverlo chiudere per “lavori in corso”.

La situazione si è aggravata nel girone di ritorno, quando il Salce, a parte una partita, è dovuto emigrare a Davestra per sette gare, giocando sempre in trasferta. E anche il Sois, che usa il campo in alternanza con il Salce, ha dovuto rinviare due partite di campionato, giocandone altre tre in condizioni al limite della praticabilità. Match che forse avrebbero dovuto essere rinviati.

Ma cosa è successo? Lo spiega il presidente del Salce Ezio Caldart, che nei giochi scorsi ha fatto anche un sopralluogo sul campo con un ditta specializzata per capire i margini di intervento.

«Il terreno di gioco è al collasso - dice - c’è il problema di una falda sotterranea e con tutte le precipitazioni che ci sono state, il campo sta sprofondando. Addirittura, nell’area di rigore vicino ai nuovi spogliatoi, il campo è andato giù di più di dieci centimetri. In pratica, questa falda si sta inghiottendo il campo. Inoltre, si sono formati dei catini di acqua che non vanno via e dove non cresce più l’erba. Si vede anche ad occhio nudo».

Il campo di Salce era stato costruito nel 1963 e non aveva mai dato questi problemi. Ma a dire il vero, quella zona era una palude. Anche nel piano regolatore generale è messa come zona umida.

«In quegli anni - prosegue Caldart - il campo era stato costruito riportando del materiale scavato dalla allora ditta De Pasqual, rubando in pratica terreno alla palude. Ma quello che è successo in questi ultimi mesi non era mai accaduto prima».

Caldart è in stretto contatto con il Comune di Belluno. Nessuna polemica, ma solo la volontà di risolvere insieme un problema che, se restasse irrisolto, rischia di rendere inagibile una struttura su cui la giunta cittadina è già intervenuta pesantemente negli anni scorsi, con la costruzione dei nuovi spogliatoi.

«Abbiamo informato la giunta Massaro della situazione - conclude Caldart - con loro abbiamo un buon rapporto e tra l’altro è davvero un peccato che il campo sia così peggiorato dopo un investimento da 500 mila euro (fra Bim e Comune) sugli spogliatoi. Il vero nodo da risolvere è come intervenire, perchè non è una cosa così semplice. Ma restando così le cose, è molto difficile fare un altro campionato. Per le partite, abbiamo trovato la soluzione Davestra grazie all’aiuto del sindaco di Ospitale, ma non è così comodo per i giocatori. Ma anche allenarsi in una palude non è una più praticabile».

La palla passa al Comune.

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