Allarme Acc: le banche non aiutano i compratori
MEL. Nubi minacciose si addensano sul futuro dell’Acc. Oggi l’assessore veneto Elena Donazzan sarà al tribunale di Pordenone, insieme al presidente di Confindustria friulana, per chiedere al giudice di prorogare di un mese la decisione relativa all’avvio della procedura di concordato fallimentare o in continuità dell’Acc di Mel. «Il nostro intento è lasciare il tempo alla cordata di imprenditori italiani intenzionati ad acquisire la fabbrica di trovare il credito necessario per la loro operazione».
Operazione che punterebbe, secondo quanto riferito dall’ad Ramella alle Rsu di Mel, a lanciare un nuovo compressore commerciale e a investire 17 milioni di euro. Un piano ambizioso a cui l’assessore Donazzan crede: «Faremo di tutto per salvare l'Acc, che è la nostra fabbrica».
Parole accorate quelle pronunciate il primo maggio davanti a una platea ristretta di presenti (pochissimi i lavoratori dell’Acc, molti invece i sindacalisti, le Rsu di altre fabbriche e i politici, tra cui diversi sindaci della Valbelluna), nel corso della manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil per la festa del lavoro.
L’assessore, per il secondo anno consecutivo nel Bellunese, ha definito la lotta per la sopravvivenza dalla crisi, «una vera e propria guerra, che ci ha visti tutti dalla stessa parte. L'anno scorso abbiamo avuto già troppi caduti, tra imprese e lavoratori ma, se resteremo uniti e il governo a Roma darà vita a una politica industriale incisiva, potremmo farcela. Nella battaglia per l'Acc, abbiamo visto che i nemici sono stati gli stessi lavoratori austriaci, che hanno voluto dividersi, e non i creditori, che invece avrebbero voluto salvare i due stabilimenti».
Rispetto alla necessità di una divisione tra Mel e Furstenfeld, resta il dubbio di cosa potrà fare la cordata di fornitori. Il salvataggio dell’Acc, infatti, dipende dai prestiti che concederanno le banche. E fino a oggi gli istituti di credito hanno detto sì a un determinato importo richiesto, insufficiente però per il rilancio: «In questi giorni», sottolinea la Donazzan, «gli imprenditori chiedono credito a destra e a sinistra. Crediamo che anche le banche debbano fare la loro parte in questa delicata partita per il territorio bellunese».
Donazzan ha poi rivelato che lunedì scorso ha incontrato a Verona il segretario nazionale della Fiom Cgil, Evaristo Agnelli, «per avviare dei contatti con clienti e creditori dell'Acc: dobbiamo costruire un nuovo rapporto e portarli a farsi servire dallo stabilimento di Mel. Abbiamo già avuto rassicurazioni dalla proprietà Indesit, che continuerà il proprio rapporto con Acc, ora dobbiamo lavorare su Electrolux e poi su tutti gli altri clienti».
I sindacati, dal canto loro, chiedono di poter incontrare la cordata di imprenditori per capire chi siano e come intendano muoversi in attesa di essere convocati al Mise.
Intanto i 4.5 milioni di euro che l'Acc aveva messo sul fondo fiduciario per salvare lo stabilimento austriaco rientreranno e rappresenteranno una boccata di ossigeno per lo stabilimento di Mel, che potrà pagare i materiali e lavorare almeno quattro giorni alla settimana, perché i volumi stanno tornando. Ma da Mel arriva anche il primo segnale di discontinuità col passato: salutato il direttore tedesco, a capo dello stabilimento è stato nominato Antonio Salomone, ex dirigente di Acc. Un compito non facile il suo in questo momento.
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DEL PRIMO MAGGIO ALL’ACC
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