Allarme anoressia in cura all’ospedale pazienti di 13 anni

BELLUNO. Crescono i disturbi alimentari tra i teenager. Lo dice il direttore dell’unità operativa di psichiatria, Bruno Forti che lancia l’allarme. «Siamo di fronte a un aumento dei disturbi...

BELLUNO. Crescono i disturbi alimentari tra i teenager. Lo dice il direttore dell’unità operativa di psichiatria, Bruno Forti che lancia l’allarme. «Siamo di fronte a un aumento dei disturbi alimentari e la cosa che preoccupa è che sta diminuendo l’età in cui si registra la prima comparsa di questa patologia. I primi sintomi, infatti, li evidenziamo già nei ragazzi di età compresa tra i 13 e 14 anni. Come si vede siamo proprio all’inizio della fase adolescenziale».

A essere colpiti maggiormente da un problema che molto spesso si trascina per diversi anni, tra colloqui con psicologi e psichiatri e alcune volte anche con il ricorso a ricoveri, sono le ragazze. Anche se il fenomeno non è estraneo nemmeno tra il sesso maschile. «In cura al nostro centro dei disturbi alimentari», spiega Forti, «ci sono un’ottantina di persone e ogni anno ci troviamo di fronte a una trentina di nuovi casi. La domanda di cura per questo tipo di patologia è andata aumentando negli anni».

L’anoressia resta ancora un fenomeno dettato da fattori culturali. «Finché continueremo a vedere modelle e attrici o comunque personaggi dello spettacolo che indossano una taglia 38 e anche meno, non riusciremo a debellare questo problema. Il modello che ci viene presentato dai media è quello delle ragazze filiformi, e le giovani, che in età adolescenziale sono molto sensibili a queste immagini, iniziano a interiorizzarle, volendo a tutti i costi eguagliare quei modelli». E inizia così quella spirale di anoressia e bulimia che si trasforma in malattia.

Fondamentale è riconoscere il problema per tempo e correre subito ai ripari. Ecco quindi l’accesso al Centro dei disturbi alimentari che ha sede all’ospedale San Martino, i colloqui con lo psicologo, con la dietista e con l’internista, sotto la supervisione del medico psichiatra. «Se poi dovessero esserci casi più gravi, non è detto che non si possa ricorrere anche all’intervento dello psichiatra. Il fenomeno non va sottovalutato, anche se è possibile guarire da questa malattia», precisa il primario. «Occorre però del tempo. Il percorso non è semplice e neppure breve, ma si può uscirne». (p.d.a.)

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