Allarme dal Vandelli: «Al lago del Sorapis movida intollerabile, mandate l’esercito»
CORTINA
Assalto ferragostano alle Dolomiti. Dal Passo Pordoi alla Val Visdende, passando per i rifugi e in particolare per il lago Sorapis. Emilio Pais, gestore del Vandelli, lancia però un vero e proprio grido d’allarme. «Non ce la facciamo più a controllare la “movida”, che sembra essersi trasferita dalle spiagge di Jesolo alla spiaggia del Sorapis. Facciamo appello alle autorità perché inviino l’esercito per controllare 24 ore al giorno quello che accade».
Di giorno e di notte
Migliaia di ragazzi, giovani ed escursionisti adulti salgono e scendono in continuazione, di giorno e di notte il sentiero che dal Passo Tre Croci porta all’acqua turchina su cui si affaccia il lago. I Forestali, i carabinieri, la polizia e le guardie del parco salgono ad ispezionare tutti i giorni, ma quando se ne vanno succede il “finimondo”.
«I più maleducati e i più cafoni – insiste il gestore del Vandelli, spazientito – non sono i ragazzini ma i trentenni. Abbandonano tende, scarponi, indumenti, rifiuti di ogni tipo. Arrivano nel tardo pomeriggio, magari quando c’è il temporale, si rifugiano sotto tendine da spiaggia, che la pioggia trapassa alla grande, e vengono a chiedere riparo in rifugio, svegliandoci magari in piena notte. La maleducazione regna sovrana. Qui in rifugio si rispettano severamente tutte le precauzioni dettate dalle normative anti-Covid ma loro se ne fanno un baffo, non hanno nessun rispetto per gli altri».
Un terzo in piu’
Le lunghe “processioni” senza mascherina di questi giorni, immortalate dalle foto che circolano sui social, risultano provocate da persone che non hanno nessuna esperienza di montagna, non sanno dove mettere i piedi, calzano le infradito – ricorda il gestore del Vandelli –, non portano uno zaino e quindi non hanno neppure una bottiglia d’acqua.
L’afflusso di escursionisti, quest’estate, è di gran lunga maggiore – forse un terzo in più – rispetto agli anni scorsi. In questi giorni, d’altra parte, all’uscita autostradale di Pian di Vedoia c’è sempre stata la coda, sia al mattino che al pomeriggio, e centinaia di migliaia di vacanzieri si sono riversati anche negli angoli più remoti della montagna bellunese.
Solo ieri mattina, l’altopiano del Cansiglio, il bosco più vicino alla pianura, ospitava non meno di 10 mila presenze. «Tutto esaurito, in questi giorni, al lago di Misurina, ad Auronzo e, ovviamente, alle Tre Cime di Lavaredo – conferma il sindaco di Auronzo Tatiana Pais Becher –, con prevedibili code alla stazione d’ingresso della strada che sale al Rifugio Auronzo». Rifugio – informa Max Casagrande, del Cai di Auronzo – che è in ristrutturazione e ha aperto soltanto il ristorante, comunque sempre strapieno. Soprattutto al mattino, ma fino al primo pomeriggio, l’anello delle Tre Cime, e in particolare il tratto che sale fino alla forcella, è una colonna interminabile di passeggiatori. E in valle?
in comelico
«Qui in Comelico – riferisce Davide Zandonella Necca, referente Confcommercio –, da metà luglio stiamo recuperando in misura sempre più esponenziale, oltre le previsioni. Ha fatto centro la promozione della Dmo ed in questi giorni gli alberghi arrivano al 90% di copertura, se non oltre. Con difficoltà si trovano appartamenti liberi ma il fenomeno più interessante sono le prenotazioni in arrivo per le prime settimane di settembre. Ovviamente la maggioranza dei turisti sono italiani ma non mancano gli stranieri».
Agordino
Dall’altra parte della montagna bellunese, gli alberghi del Passo Pordoi hanno il tutto esaurito, come informa Osvaldo Finazzer. Giù in valle, ad Arabba, «possiamo dire di essere al momento soddisfatti», conferma Leandro Grones, albergatore e sindaco di Livinallongo. «Speriamo nel traino, anche se vediamo riempirsi i nostri sentieri di giorno mentre di notte si ferma solo una percentuale ancora ridotta di villeggianti».
Sulla strada del Falzarego opera con la sua “La Baita” il presidente di Federalberghi, Walter De Cassan. «Le due settimane di Ferragosto hanno registrato una copertura tra il 90 ed il 100% per gran parte dei nostri alberghi ma il bilancio dell’intero mese si giocherà tra il 60 ed il 70%. Con queste cifre è ovvio che non salveremo la stagione, perché giugno è andato male e il recupero in luglio è stato minimo».
Stentano ad arrivare le prenotazioni per settembre e si guarda preoccupati alla stagione invernale. «Vedremo a fine mese e all’inizio di settembre come si muoveranno i tour operator», conclude, «se prenoteranno o meno. Ma io, che per natura sono un ottimista, in questi giorni ho l’umore opposto» . —
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