Allarme decoro, giro di vite nei giardini

Amministrazione comunale e Polizia locale impegnate a contrastare chi bivacca tutto il giorno addosso ai monumenti
Di Gigi Sosso

BELLUNO. Il giardino dei residenti. Sono al massimo quattro o cinque - dipende anche dal tempo che fa - ma occupano i giardinetti di piazza dei Martiri, dal mattino fino al tramonto. Bivaccano preferibilmente a ridosso delle sculture sulla Resistenza di Augusto Murer e diventano un problema per chiunque faccia due passi da quelle parti: i bambini a bordo dei passeggini, con la mamma, la nonna o la baby sitter in allegato; le ragazze che nella vita quotidiana fanno le badanti e cercano un po’ di ristoro, all’ombra dei cedri; i turisti, che si riposano tra una visita e l’altra. Perché il tasso alcolico è spesso fuori controllo e qualcuno non si crea problemi a fare i propri bisogni nei cespugli o addirittura (è successo) addosso alle statue o sulle panche a due piazze, con il bracciolo che evita la trasformazione in brande.

La Polizia locale interviene spesso, ma non ha abbastanza ascolto, anche se un vigile ha presentato una denuncia e capita che qualche cittadino esasperato chiami il 113: è successo nello scorso fine settimana che un’agente donna sia scesa dalla volante, per poi risalirci carica d’insulti irripetibili. Succede che questi vengano invitati ad andarsene e le trattative durino delle mezze ore. Salvo poi tornare e riproporre preoccupazioni e disagi, che l’amministrazione comunale deve provare a risolvere.

Tabacchi: «Tutelare i bimbi». I politici e i servizi sociali non possono guardare. «Belluno non è solo la città dei bambini,ma sta riscoprendo la propria vocazione turistica, di conseguenza non può permettersi un biglietto da visita così», sottolinea l’assessore al Turismo, Valerio Tabacchi, «il guaio è anche che non ci sono solo persone bellunesi, che calano dalle frazioni, ma abbiamo scoperto che ci sono anche degli ospiti, questo perché i nostri vigili urbani li hanno riconosciuti, leggendo i documenti d’identità. Sono quegli stessi che poi fanno il lancio delle bottiglie di birra o di vino vuote, lungo il passaggio pedonale del parcheggio di Lambioi, mobilitando la Protezione civile. Qualcuno aveva anche trovato un rifugio nei giardini di Palazzo Rosso. C’è un disagio, dietro a tutto questo e dobbiamo risolvere il problema».

Visalli: «Problema sociale». Su un tema così delicato, all’opposizione la pensano come la giunta di Palazzo Rosso: «Non c’è solo il degrado in centro storico, ma anche un problema sociale. Siamo sicuri che basti un’ordinanza, come quella dell’ex sindaco Antonio Prade per risolverla? I fatti hanno dimostrato di no. Semmai bisogna che il Comune si attivi, affinché a occuparsi di questa gente sia chi ne capisce davvero. E subito. Coinvolgere Servizi sociali, Sert, Ufficio Igiene, insomma, quanti sono in grado di parlarci e di capirla. Non basta farli spostare o nascondere il problema sotto il tappeto, ma organizzare un tavolo di lavoro, che risolva quella che ormai è diventata una vera emergenza. Ci sono delle persone malate o in preda a un fortissimo disagio sociale e la soluzione spetta a chi ha le competenze necessarie. Non basta negare, occorre agire».

Dalla Ca’: «Multe a chi?». I vigili non possono dedicarsi solo ai giardini. Impensabile trascurare la viabilità. E poi hanno le penne legate: «Puoi anche fare delle ammende, in caso di comportamenti scorretti», spiega il comandante Gustavo Dalla Ca’, «ma questi non risultano residenti da nessuna parte e quindi non le pagheranno mai. È vero che un mio agente ha fatto una denuncia: vedremo come andrà a finire».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi