Allarme del Sicet: «Famiglie in difficoltà In molti non riescono a pagare l’affitto»

Il referente del sindacato degli inquilini della Cisl, Pietro Scomparin è preoccupato: «I primi casi iniziano ora a venire a galla»
Belluno, 13 Settembre 2005, veduta dall'alto della città di Belluno, il centro storico ed il diuomo - Una veduta dall'alto del centro di Belluno
Belluno, 13 Settembre 2005, veduta dall'alto della città di Belluno, il centro storico ed il diuomo - Una veduta dall'alto del centro di Belluno

Paola Dall’Anese / belluno

Iniziano ad arrivare i primi segnali di sofferenza delle famiglie bellunesi, alle prese con la cassa integrazione oppure con la mancanza di lavoro, che faticano a pagare i canoni di affitto. Una situazione che potrebbe assumere delle dimensioni molto più vaste con il passare del tempo.

A lanciare l’allarme è il referente per le aree di Treviso e Belluno della Sicet, il sindacato degli inquilini Pietro Scomparin. «Quello che stiamo vedendo in questi giorni è qualche inquilino in ritardo con i pagamenti dei canoni mensili. Una situazione che ci attendevamo, viste le condizioni economiche attuali dove chi aveva un’attività commerciale, che non fosse il supermercato, è rimasto chiuso per due mesi e quindi le entrate non sono arrivate, mentre chi lavorava in qualche azienda è in cassa integrazione o comunque lo è stato».

A soffrire di più sono i nuclei familiari o le famiglie mononucleari con figli, dove uno stipendio dimezzato, anzi più che dimezzato non permette di far fronte a tutte le spese. «Chi percepiva uno stipendio di 1600 euro al mese ora si trova con meno di 800 euro, per cui diventa davvero dura riuscire a fare tutto come prima. Ci vuole un po’ di comprensione anche da parte dei proprietari in questo momento eccezionale».

Ma c’è anche chi si è visto intimare lo sfratto. «In questi giorni si è rivolto ai nostri uffici», racconta Scomparin, «un genitore con due figli che non è riuscito a pagare l’affitto dei mesi di marzo e aprile e immediatamente da parte del proprietario è partita la lettera dell’avvocato in cui si intima lo sfratto. Una circostanza che ha messo immediatamente in agitazione il genitore che è corso da noi disperato. Trovarsi con due figli relativamente piccoli e la possibilità di non avere nemmeno un tetto sopra la testa non è certo una prospettiva rassicurante», sottolinea il referente del Sicet. Che aggiunge: «Abbiamo immediatamente contattato il proprietario, spiegando la situazione economica di difficoltà speriamo temporanea in cui sta vivendo questa persona. E così pare che si possa giungere ad un accordo».

Accordo che prevede la possibilità di ridurre il canone solo momentaneamente per poi diluire nel corso degli altri mesi le somme non pagate. «Speriamo che l’accordo possa andare in porto», dice Scomparin.

Stessa situazione la stanno vivendo anche i locatari delle attività economiche. «Qui la situazione è ancora peggio se si parla di locali pubblici che sono rimasti completamente chiusi per due mesi», prosegue il sindacalista. «Siamo di fronte a persone che devono pagare affitti di alcune migliaia di euro, ma se non hanno entrate come fanno?. Per fortuna qui i titolari dell’immobile sembrano disposti a venire incontro all’affittuario».

Per Scomparin la situazione comunque è destinata a complicarsi. «Se ora vediamo qualche inquilino, ci attendiamo, purtroppo, un afflusso maggiore nei prossimi giorni». —

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