Allarme per i lavoratori della Prefettura
BELLUNO. Chiude la Prefettura: l’allarme dei sindacati arriva a Roma. Anche perché non ci sono notizie sul destino dei lavoratori, al di là dell’accorpamento a Treviso. La Rsu ha organizzato un’assemblea, alla fine della quale è stato scritto e firmato un documento da inviare al sottosegretario del ministero dell’Interno, Bocci, al collega degli Affari regionali, Bressa; agli onorevoli bellunesi Piccoli, Bellot, De Menech e D’Incà; agli ex parlamentari; ai sindaci; alle associazioni di categoria e ai sindacati. «Ci sono comprensibili timori per il futuro di numerose famiglie, la cui vita verrebbe sconvolta da un trasferimento. Non può sfuggire che la costante presenza dello Stato, in un’area geograficamente fragile e complessa come quella bellunese è garanzia di coordinamento delle attività istituzionali degli uffici e degli enti locali e riveste un ruolo strategico nella governance locale».
L’ultima emergenza gestita è quella delle frane in Cadore e Ampezzo: «Le criticità che derivano dalla morfologia della provincia richiedono una gestione locale del coordinamento degli organi provinciali di protezione civile, difficilmente governabili dalla prefettura di Treviso, che ha a che fare con un territorio diverso».
E poi i migranti: «Si è potuto costruire, in sinergia con enti locali e cooperative, una rete di accoglienza e integrazione, che ha impedito tensioni, costituendo un modello positivo, a livello regionale».
Infine, i trasporti: «Conviviamo da sempre con il problema dei collegamenti e questo accorpamento aggraverebbe la situazione, visti anche i tempi della ferrovia. Chiediamo di rimanere qui, ma siamo disponibili a un incontro con chi, invece, è favorevole all’unificazione con Treviso».
Gigi Sosso
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