Allarme suicidi, in forte aumento
E' uno dei dati emersi dal bilancio di fine anno dei carabinieri di Belluno
Ettore Boccassini durante la presentazione dei dati
BELLUNO.
Isola felice da un lato, isola triste dall'altro. E' un quadro in chiaroscuro quello che emerge dal bilancio annuale dei carabinieri. I reati classici sono in calo - grazie a una attività capillare sul territorio - mentre aumentano gli episodi collegati al disagio sociale, dallo stalking all'impennata dei gesti estremi. Nel 2009 suicidi e tentati suicidi erano stati una trentina, quest'anno se ne sono contati 45. Un dato preoccupante se si considera che da anni proprio il Bellunese detiene il triste primato.
Il bilancio dei carabinieri non è una mera contabilità di reati, ma lo specchio di una realtà in evoluzione e sempre più complessa come quella bellunese. Di certo, dati alla mano, l'attività di prevenzione funziona.
La cosiddetta criminalità predatoria (furti, rapine) ha subito un'importante battuta d'arresto.
Ladri in fuga.
Scorrendo i numeri dell'Arma si scopre che la flessione dei furti è stata complessivamente del 9 per cento: gli episodi denunciati sono stati 1252 contro i 1320 del 2008 e i 1378 del 2009. In 111 casi si è giunti all'identificazione degli autori.
Si è riscontrato il calo dei furti su autovetture in sosta (dai 344 del 2009 ai 293 del 2010), in abitazione (da 229 a 185) e di autoveicoli (da 52 a 24).
Assalto alle slot.
Di contro, conosce un vero e proprio exploit il furto in edifici commerciali: circa il 35 per cento.
A svelare l'arcano è il comandante Ettore Boccassini: «Colpa di quelle maledette o benedette slot machine», dice. «Sono diventate una calamita».
Ma a essere aumentati sono anche i furti nelle scuole e negli edifici pubblici, meta dei ladri più sprovveduti.
Rapine Ko.
Nel corso del 2010 si sono poi registrate sei rapine. Nessuna - va detto - ai danni di banche o uffici postali. Nella maggior parte dei casi, gli autori sono stati già individuati.
Copione analogo per le estorsioni, nove in dodici mesi e quasi tutte di modesta gravità.
Ancora droga.
Non conosce crisi il mercato della droga, che comunque continua a rimanere un fenomeno "esogeno", importato quindi da fuori provincia.
Gli spacciatori bellunesi si riforniscono nelle principali piazze venete. Una volta a Belluno, lo smercio è immediato. Nel corso del 2010, sono stati arrestati 24 soggetti, di questi solo 2 stranieri.
A essere denunciate in stato di libertà sono state invece 50 persone, di cui tre minorenni e 12 stranieri.
Stalking.
Nonostante il reato sia di nuovo conio, l'operatività è massima.
Sono state 44 le denunce trattate dai carabinieri per il cosiddetto stalking, gli atti persecutori che spesso maturano in ambito privato, sentimentale e familiare.
Il fenomeno in provincia è accentuato, tanto che i carabinieri si sono dotati - accanto alle altre forze e alla Procura - di una squadra specializzata.
Armi "pazze".
Restano elevate la prevenzione e la repressione nell'utilizzo improprio di armi, tema esploso dopo i recenti incidenti di caccia: nel 2010 i carabinieri hanno proposto la revoca di 27 autorizzazioni al porto e alla detenzione delle armi. Contemporaneamente, sono state sequestrate 77 armi e 1400 cartucce detenute irregolarmente. All'autorità giudiziaria sono state
deferite 45 persone.
Un milione di multe.
Serrata l'attività di controllo su strada: 4240 sanzioni per un milione e 200 mila euro di multe, 244 persone denunciate per guida sotto l'effetto di alcol, 21 per droga, 736 i documenti di guida ritirati, 107 mezzi identificati, oltre 66 mila persone identificate.
«E' stata un'attività capillare», conferma Boccassini. In tutto, i servizi di pattugliamento sul territorio sono stati 19 mila, 1200 in più rispetto al 2009.
Troppi suicidi.
Il capitolo più nero riguarda i suicidi. Nel 2010 ce ne sono stati 21, 24 i tentati suicidi. E questo, in una terra che da sempre ha il primato dei gesti estremi.
La fascia d'età più critica è quella che va dai 30 ai 50 anni, ma sorprende che nella lista ci siano anche due ultranovantenni, dato che fa riflettere se si considera quale clamore ha suscitato - a livello nazionale - la fine del regista Mario Monicelli, suicida a 95 anni. «Molto spesso la colpa è della solitudine», spiega Boccassini. «Come carabinieri siamo sempre disponibili all'ascolto, ma non abbiamo competenze in materia sociale».
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